scusate il ritardo
...ma ieri è stata una giornataccia tra medici e lavoro non ce l'ho fatta a mantenere le promesse.
Mi si chiede come mai non faccio previsioni sui target price.
Intanto non le faccio (o rarissimamente le faccio) perchè non sono un guru e poi perchè i mercati sono un campo minato: la poca analisi fondamentale fatta sul blog è sì un'indicazione ma il panorama di questa disciplina è molto, ma molto, più ampio ed io per lavoro non faccio l'analista o il trader: in questo blog cerco solo di condividere quel pochissimo che sò.
Di volta in volta si possono toccare nuovi argomenti ( e lo farò dopo le feste natalizie) ma questi devono essere alla portata di tutti.
Anche perchè se si volesse affrontare la materia più in profondità bisognerebbe avere delle conoscenze approfondite del bilancio e di come si compone.
Poi una volta che si conoscono i meccanismi di un bilancio bisogna avere im mente anche il suo linguaggio convenzionale: Basilea 2 - che non è una materia da poco - può aiutare: spero di riuscire ad affrontare questo argomento magari con l'aiuto degli amici blogger.
Infine un po di nozioni matematiche.
A questo punto si può fare un'analisi ad ampio raggio.
Alla fine scopri che queste analisi, essendo analisi esterne, hanno una valenza medio bassa.
ergo: si rischia di lavorare troppo dietro un titolo con il risultato che questo nel frattempo è "scattato" in alto (long) o in basso (short).
Infine vedendo certi studi societari dei big della finanza ti accorgi che anche loro se ne stanno su pochi dati fondamentali che poi sono quelli di largo consumo : ricavi, ebitda, ebit ed utili...in maniera marginale il cash flow e la posizione finanziaria se supera i limiti del patrimonio.
Altro rischio: più vedi in profondità una società e più trovi dei motivi per startene lontano.
Bilanci perfetti (ENI, DANIELI giusto due esempi perchè non è facile trovarne altri) ce ne sono pochi.
Bilanci interessanti, cioè che stimolano una monitorizzazione per il futuro, per fortuna, ce ne sono più di due.
Gli strumenti per fare previsioni future esistono: sono interessanti dal punto di vista dottrinale ma dal punto di vista pratico non garantiscono niente come tutti gli strumenti di analisi.
Uno di questi è il PEG: price earning Growth cioè il tasso di crescita degli utili attesi.
Non è difficile calcolarlo: si prende il PE e si divide per il tasso di crescita degli utili.
Il problema è proprio questo ultimo dato: il tasso di crescita degli utili varia a seconda del periodo preso in esame ed in base alla personale visione dell'analista di turno.
Se il PEG è inferiore all'unità può segnalare un'occasione di acquisto.
Se il PEG è sopra l'unità potrebbe segnalare che la società presa in esame abbia raggiunto una certa maturità lasciando pochi margini di crescita futuri.
Insomma: se del caso sarà un indice che utilizzerò ma come detto "soffre" di considerazioni troppo personali.
Inoltre per le piccole analisi che faccio ci vuole già il suo tempo: andare oltre rischio il licenziamento ed il divorzio.
A dopo.
1 Comments:
Interessante questo PEG! E' la prima volta che lo sento citare.
Ma il tasso di crescita futuro può essere solo un dato aleatorio, un dato previsionale.
E quindi, basarsi troppo sul PEG è un pò troppo rischioso.
marshall
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