ZENER 1992

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mercoledì, marzo 14, 2012

Siamo tutti (potenzialmente) evasori.



Lo spunto lo prendo dal post di Luca di Rumorsrisparmio.

La sua vicenda è una come tante.

Una normale compravendita di un terreno al quale segue un - non normale ma ormai frequente - accertamento di maggior valore.

Negli ultimi tempi il fisco, più per ragion di cassa che per un principio di equità fiscale, procede a rettificare i valori delle compravendite, utilizzando armi "improprie" quali concetti come il "valore normale" che non hanno mai confini certi e delimitati.

Vi è di più: la macchina del fisco ha a disposizione mezzi e tempi che il contribuente si sogna.

Nel caso di Luca i tempi di accertamento - trattandosi immagino di imposta di registro - sono 3 anni dalla registrazione dell'atto, per non parlare dei mezzi di personale che le agenzie fiscali hanno.

Il contribuente invece si trova dal canto suo a gestire le questioni fiscali in tempi stretti oltre ad avere a che fare con una materia che, sopratutto in questi ultimi tempi, è fin troppo in evoluzione, sterilizzando quelle certezze che nel diritto, in particolare nel tributario, sono fondamentali per la pace con lo stato.

Ma forse è proprio questo che si vuole evitare: la pace fiscale e norme certe chiuderebbero troppo presto la partita ed il Cittadino è risorsa da sfruttare, da spremere, perchè rinunciare ad un extra gettito quando con certe armi si possono raggiungere gli obiettivi di gettito programmati dall'Amministrazione finanziaria senza particolari sforzi di risorse umane e di capitali?

Basta una letterina, una contestazione sulla non congruità dei valori, richiamando questa o quella tabella OMI o VAM, ed il gioco è fatto.

Per certi versi siamo carne da macello.

Vuoi ricorrere?

Ti scordi la definzione agevolata con le sanzioni ridotte ad un sesto, fai istanza di accertamento con adesione, poi magari ricorso, senza avere nessuna certezza dell'esito del processo tributario.

Forse è magio pagare.

E così succede, spesso.

Non hai dichiarato quanto volevo?

Sei un evasore: lo dicono i Valori Agricoli Medi.

Ed in nome del popolo Italiano, anzi in nome delle esigenze di cassa, devi pagare.


La figura dell'evasore è spesso creata ad arte.

Esempio su mille che mi viene in mente adesso è la porcata della tassa sull'anominato per chi aderito in passato allo scudo fiscale.

Tanti credono - anche grazie alla solita propaganda populista - che chi detiene patrimoni all'estero sia per forza un evasore.

Se poi costui - più per ignoranza - non avesse comiplato il famigerato quadro RW (a proposito la Corte europea sta pensando ad una procedura di infrazione verso il Governo Italiano per le sanzioni spropositate previste per una sua mancata od errata compilazione, tenuto conto che dalla indicazione dei dati non deriva nessun debito di imposta) si è ritrovato a dover aderire allo scudo fiscale pagando un balzello per ufficializzare (rectius: regolarizzare o rimpatriare) le attività detenute all'estero, senza magari aver mai evaso un centesimo ma solo per il fatto di non aver compilato il quadro RW.

Non parliamo poi dei recenti fatti: chi all'epoca aveva aderito (dl 350/2001 e dl 78/2009 art 13 bis) con la garanzia dell'anonimato adesso è cornuto e mazziato.

Il buon Monti (con il dl 6/2011) ha pensato di mettere su una tassa sull'anonimato: se non paghi il 10 per mille (13,50 il prossimo anno ed il 4 per mille a regime) sarai segnalato al fisco.

Morale della favola: il fisco si rimangia le promesse fatte, minando quel concetto di tutela dell'affidamento che sta alla base di un rapporto civile.

Rapporti civile richiamato dallo Statuto del Contribuente: l'art. 10 della Legge 212/2000 invoca un rapporto basato sulla buona fede e collaborazione.

Parole.

Finchè lo Statuto del Contribuente non avrà valenza di legge costituzionale sarà soltanto un insieme di buoni intendimenti.

Sempre lo Statuto del Contribuente invoca - all'art. 6 - comma 3 - la semplicità delle norme fiscali, in modo tale che il contribuente possa "adempiere le obbligazioni tributarie con il minor numero di adempimenti e nelle forme più agevoli".

Fuffa.

Abbiamo presente quante pagine di istruzioni si dovrebbero sapere per non incorrere in errori?


Se invece si ha la sfiga di avere quegli 11 numeri di partita IVA di pagine bisogna contarne 500 tra quadri aggiuntivi, IVA, IRAP Studi settore e via dicendo, sapendo che devi aggiungere tutto il "diritto vivente" di risoluzioni e circolari che, spesso, arrivano a ridosso della scadenza.

Il tutto magari cambia velocemente: è inutile richiamare tutti i decreti legge di questi ultimi 10 mesi da maggio 2011 (ben 6).

E se si ha poco tempo per metabolizzare i cambiamenti non importa: la nostra "amata" agenzia delle entrate avrà a disposizione circa 5 anni per fartelo sapere con qualche bella letterina nella tua cassetta postale dove gentilmente ti propone di pagare con le sanzioni ridotte ad un terzo se si pagherà entro i 30 giorni.

Vi voglio lasciare con un piccolo esempio

Siete un lavoratore dipendente o un pensionato che vuole farsi la dichiarazione?

Benissimo.

Arrivati al calcolo della detrazione per lavoro dipendente/pensione incocciate nell'art. 13 del DPR 917/86: semplice vero?

Ecco, ricordatevi dello Statuto del Contribuente, della semplicità delle norme, della buona fede e della lealtà dell'Amministrazione finanziaria ed ecco bella che fatta la ricetta di un perfetto mal di pancia.







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1 Comments:

At 8:10 PM, Blogger LL said...

non vorrei mai te lo perdessi quindi te lo riporto anche qui.



Il garante della privacy ha detto che la politica di lotta all'evasione fiscale italiana comporta
"strappi forti allo stato di diritto",
e si è augurato che si tratti solo di una
"fase di emergenza", altrimenti, ha avvertito, aumenterebbe lo
"spread di democrazia" tra Italia e altri paesi.
Inoltre ha aggiunto
"Dobbiamo essere consapevoli che siamo in presenza di forti strappi allo Stato di diritto e al concetto di cittadino che ne è alla radice".
"In uno stato democratico, il cittadino ha il diritto di essere rispettato fino a che non violi le leggi, non di essere un sospettato a priori".

 

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