ZENER 1992

I CONSIGLI GIUSTI PER SBAGLIARE IN BORSA. Così se perdete i vostri soldi non venitemi a dire che non ve lo avevo detto. mail: zener.blog@gmail.com Sono su Skype: zener

venerdì, giugno 30, 2006

sono tornato

Un poco di buriana se ne è andata ed ora sono più "allegerito" dai vari adempimenti che mi tenevano in ufficio solo fino alle 21,00.
Nel frattempo qualche occhiatina veloce ai mercati mi ha fatto capire che siamo in una fase laterale e che c'è ancora qualche muretto da abbattere per vedere un deciso segnale di rialzo..comunque più esperti di me sono i soliti PROFSTE e RUMORS ai quali rimando per consigli più eccellenti dei miei.
Per quanto mi riguarda adesso ho un occhio di attenzione per UNICREDIT: come già detto il 5 luglio ci sarà la presentazione dei risultati e quindi occhio a questo titolo che ai livelli attuali è a sconto rispetto a buona parte di altri titoli del settore.
Personalmente non mi aspetto grossi strappi perchè il mercato, probabilmente, ha già scontato il rumors dei buoni risultati: manca l'ufficialità ma non credo che porterà a dei rialzi clamorosi, visti anche i volumi enormi che Unicredit normalmente tratta: è un titolo per il quale bisogna avere pazienza.
Io che di pazienza ne ho tanta come un detonatore starò ad aspettare il suddetto 5 luglio: poi vedrò perchè ce l'ho in portafoglio dal lontanissimo 9 maggio.
Altro settore è quello degli energetici: il petrolio WTI a 73$ ha favorito il rialzo dei big italiani e cioè ERG (su tutte), Saipem ed Eni (lenta ma coi volumi alti che tratta è difficile spostarla).
E proprio Eni è quella che io considero la regina italiana degli energetici: rispetto a tutti gli altri titoli del settore è decisamente a sconto oltre al fatto di presentare dei "signori" conti nel suo bilancio.
Insomma il classico titolo da cassettista da tenere lì e scordaserlo per un po di tempo (oltre frontiera c'è la Repsoil che è, a mio parere, a sconto).
Occhio però: sono titoli che vanno a braccetto con le quotazioni del petrolio e se è vero che l'oro nero può anche arrivare a 80$ è anche vero che può correggere decisamente in virtù di equilibri geopolitici.
A proposito di energetici: hanno rinviato l'ipo di API .
Saras, ed un po l'attuale fase dei mercati, hanno fatto riflettere sull'opportunità di mettere sul mercato un titolo che ai valori proposti ha tanti concorrenti, se visto sui fondamentali: ERG è uno di questi concorrenti.
Una considerazione: quando una società va sul mercato lo fa solitamente al picco di risultati importanti da pubblicare nel prospetto informativo, unico documento a disposizione del risparmiatore (a volte eccessivamente dispersivo e poco chiaro).
Sta al risparmiatore scommettere se questi risultati, dopo l'IPO, sono ripetibili.
Il più delle volte non è così e basta vedere cosa è successo a buona parte delle matricole collocate ultimamente sul mercato: troppo alti i prezzi delle offerte che inglobavano già scomesse (azzardate?) di crescite future.

Un esempio del passato lo abbiamo avuto da PROCOMAC: prospettive di crescita esilaranti e poi nei fatti seguirono risultanti deludenti.
Qui però successe qualcosa di unico e straordinario.
Il management corse ai ripari riacquistando tutte le azioni sul mercato - al prezzo di collocamento - e delistò la società.
Un chiaro esempio di onestà e di rispetto verso i risparmiatori che erano stati indotti a credere in quella società.
Se Procomac avesse deciso di restare sul mercato nessuno glielo avrebbe vietato: è stato un gesto volontario di responsabilità.

E qui voglio fare una provocazione ricollegandomi alla inutile legge sul risparmio.
Ci pensate se un comportamento come quello di Procomac fosse imposto per legge alle società quotate?
Questa sì sarebbe una bella tutela da chi in fase di collocamento sventola promesse di crescita difficilmente raggiungibili o da chi trucca i bilanci!
Se dopo un congruo periodo temporale la società non raggiungesse i risultati promessi ed in aggiunta si trovasse poi in uno stato decisamente critico dovrebbe riacquistarsi le azioni senza lasciare il cerino in mano ai gabbati di turno ai quali spesso viene chiesto di intervenire economicamente con i soliti aumenti di capitale.
Casi come questi ce ne sono a bizzeffe.
Ma di esempi "riparatori" come Procomac ce n'è stato UNO solo.