ZENER 1992

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giovedì, agosto 18, 2011

scudo fiscale + condono?

Tutti, ma proprio tutti, sono scontenti della manovra anticrisi, quindi penso che sia uno di quei provvedimenti del Governo meglio riusciti degli ultimi anni.
Per renderlo migliore si pensa alla reintroduzione di un condono fiscale e di uno scudo fiscale.
Condono fiscale
Non dovrebbe essere impossibile; in sede di conversione basterà semplicemente infilare qualche comma/periodo/qualche art-bis che richiami la normativa del 2002 (Legge 289/2002 art. 7, 8, 9, 15).
Un assaggio di tale apertura - forse in pochi lo hanno notato - lo abbiamo già avuto con il d.l. 98/2011 - art. 39 - che ha reintrodotto la "definizione delle liti pendenti" di cui all'art 16 della Legge 289/2002, la legge dei condoni per intenderci.
Basterà semplicemente "aprire" agli artt. 7 (definizione automatica), art. 8 (integrazione imponibile) e art 9 (il famoso condono tombale).
Ovviamente bisognerà fare attenzione a non toccare l'IVA per evitare richiami e decisioni sfavorevoli dalla UE: questo sarà un passaggio delicato perchè se così fosse, chi aderirà, rischia, con l'adesione al condono, una "autodenuncia" ai fini IVA, per non parlare del fatto che oltre certe soglie (quelle previste dal D.lgs 74/2000) si rischierebbe il penale (obbligatorietà dell'azione) ed il raddoppio dei termini dell'accertamento (ricordate le spiacevoli sorprese di coloro che hanno aderito per il 2001 e 2002?).
Questione annosa quindi quella di un condono valido per imposte dirette + IVA, vedremo.
Se dovesse andare un ultimo appunto sarà anche quello di evitare che i condoni si assumano validi al pagamento di una sola rata di quanto dovuto (a posteriori un grave errore per le casse dell'erario).
Scudo Fiscale
Ormai questo istituto è familiare.
La prima versione l'abbiamo vista nel 2001 (d.l. 350/2001), la più recente è figlia del d.l. 78/2009. il famoso art. 13-bis, inserito in sede di conversione (quindi non ci sarebbe due senza tre...basta un bis).
Lo stesso 13-bis fu poi oggetto di ulteriori proroghe (dl 194 o 195 del 2009 cosidetto milleproroghe) che ne estese l'applicazione fino a marzo-aprile 2010, con un ritocco all'insù del pedaggio - il 6% e 7% - da pagare per ottenere il rimpatrio giuridico (ovvero lo scudo con quei paesi che non pongono in essere un adeguato scambio di informazioni finanziarie) o la regolarizzazione.
Ora i rumors parlano di un pedaggio del 12% o dintorni: sembrerebbe un pedaggio alto da pagare per rimpatri & regolarizzazioni a fronte dell'incertezza di controlli congiunti dei paesi aderenti non solo all'area euro ma anche all'Ocse: da ricordare infatti che proprio l'Italia, l'anno passato ha promosso un'azione di joint audit tra i paesi Ocse anche per il controllo dei patrimoni detenuti oltre frontiera.
Quindi ad oggi, stante il fatto che questa azione di controllo congiunto non ha ancora prodotto effetti - è tutta da programmare - e stante il fatto che non si ha una antologia di casi nei quali il contribuente è stato pescato con il patrimonio all'estero non indicato nel quadro RW (i patrimonio indicati - molti non lo sanno - non producono debito di imposta!!) il contribuente potrebbe non essere particolarmente attirato ad aderire a questa ennesima proposta di scudo fiscale.
C'è però da dire che gli strumenti di controllo, anche internazionali, si stanno affinando e le sanzioni, per chi venisse colto nel fatto sono pesanti: in origine erano dal 5% al 10% degli importi non dichiarati nel quadro RW, poi sono state aumentate, dal 10% al 50% ; è prevista anche la confisca per i beni detenuti in paesi che non consentono un adeguato scambio di informazioni finanziarie (dm 4 maggio 1999 e dm 21 novembre 2001) e, per i patrimoni in esse detenuti, il periodo di accertamento (Art. 43 dpr 600/73) è stato raddoppiato (da 4 a 8 anni dall'anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione, due anni in più se la dichiarazione è stata omessa).
Vi è poi la possibilità che il Fischio consideri le somme non dichiarate quali redditi sottratti a tassazione e qui le ulteriori sanzioni (oltre a quelle dal 10% al 50%) sono salate: dal 133% al 266% se sono state presentate le dichiarazioni. Se si sono omesse le dichiarazioni la sanzione è dal 160% al 320% dell'imposta accertata.
Insomma, un bel conto da pagare che forse, potrebbe spingere ad aderire i contribuenti a rimpatri e regolarizzazioni dei patrimoni.
Vedremo con la conversione del dielle 138 cosa succederà.


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