ZENER 1992

I CONSIGLI GIUSTI PER SBAGLIARE IN BORSA. Così se perdete i vostri soldi non venitemi a dire che non ve lo avevo detto. mail: zener.blog@gmail.com Sono su Skype: zener

giovedì, ottobre 05, 2006

FISCO: DIPENDENTI ED AUTONOMI



Approfitto del blog per dare una risposta ad un lettore che mi chiede quanto è il carico tributario su un reddito di 18.000,00.

Una risposta precisa senza ulteriori precisazioni in merito alla tipologia di reddito non posso darla.

Mi sono quindi limitato a fare due calcoli su due differenti tipologie di reddito.

Lavoro autonomo : prospetto a sinistra
Lavoro dipendente: prospetto a destra

Cliccate sulle immagini per ingrandirle ed eventualmente stamparle.

I calcoli sono stati effettuati sui 18.000,00 euro di reddito proposti dal lettore: vi è l'attuale tassazione e quella nuova per il 2007.
Salvo modifiche al DDl della finanziaria 2007, gli importi non cambiano notevolmente tra "nuovo e vecchio" per il dipendente: esso avrà 56 euro in più.
Per l'autonomo, invece, c'è un maggior prelievo di 382 euro.

Da notare però la disparità complessiva di prelievo: per il 2007 l'autonomo "batte" il dipendente per 7.899 a 4.406 - una differenza di circa 3.500,00 euro.
Quindi un lavoratore dipendente ha il 44% in meno di carico tributario.

Se il lavoratore autonomo avesse dei dipendenti e degli interssi passivi, o peggio avesse un cliente che è fallito senza pagarlo (perdite su crediti) avrebbe dovuto pagare l'IRAP su questi costi (se tutte queste voci fossero di 50.000,00 il carico fiscale andrebbe aumentato di 2.125,00 euro: nell'esempio ho preferito non usare questo calcolo).
Nell'esempio il lavoratore autonomo NON ha dipendenti, interessi passivi e per sua fortuna perdite su crediti.

La discriminate è solo la tipologia di reddito.

In nessuna campagna elettorale ho mai visto proporre questi calcoli: 6 milioni di autonomi sono troppo pochi su 42 milioni di elettori.

Ora che le spiegazioni le ho date io potete aiutarmi in questo quesito?
Come mai in Italia dicono che c'è il 40% di evasione?
Ritengo molto interessante (e reale) questo racconto di un collega: da non perdere! clicca qui.

18 Comments:

At 9:40 AM, Anonymous Anonimo said...

Complimenti hai tutta la mia stima.
MA l'autonomo praticamente paga le tasse anche sui soldi che versa all'inps volendo dire che questi soldi sono considerati come un guadagno!!??

 
At 9:48 AM, Anonymous Anonimo said...

Posso fare un copia e incolla.......

 
At 11:04 AM, Anonymous Anonimo said...

In merito al post del tuo collega, riporto questa frase :
"A metà anno mi accorgo che ha già un discreto utile, lo chiamo e lo “avverto” che in Italia dopo una certa soglia, piuttosto che lavorare è meglio dedicarsi a qualche hobby oppure cercare di trovare elementi che possano aumentare i costi (ad es. avvalersi dell’opera d’altri prestatori d’opera)"
e ti pongo due domande:
1) Qual'è questa soglia (anche in relazione alla nuova finanziaria)?
2) altri elementi che possano aumentare i costi?

p.s. un post approfondito dedicato all'argomento?

Grazie IgTrader

 
At 12:10 PM, Blogger Zener1992 said...

Risposte:
a pantarei: l'autonomo, ai fini IRPEF, deduce i contributi INPS come il dipendente: quindi NON ci paga l'IRPEF sopra.
L'esempio però riportava un commerciante all'inizio attività: è scritto nel prospetto.
Ai fini INPS, IRAP però NON li deduce.
a addestrasinistri: copialo ed incollalo: l'importante è doffonderlo.
Se qualcuno avesse qualcosa da contestare sul calcolo ci mettiamo lì tutti insieme, codici tributari alla mano, a verificarli.
Per IG: la soglia è quel limite impossibile da calcolare in tempo reale: per un autonomo fermare l'attività per ils emplice carico fiscale è impossibile: ci sono crediti da incassare e sopratutto debiti da pagare (quelli fiscali).
Se ci si ferma poi si perde "il giro" pensa al commercio: "chiuso per tasse" alla serranda svierebbe la clientela.
Un argomento approfondito andrebbe fatto su multeplici questioni ma cercehrò di affrontare l'argomento di volta in volta, quando se ne presenta l'occasione.

 
At 12:11 PM, Anonymous Anonimo said...

premesso ke lavoro in un settore "particolare" (agricoltura) mi permetto di dire cosa mi insegna la mia esperienza in due righe.

o diventi grosso grosso oppure molto meglio essere autonomo.

credo ke ci siamo capiti... e comq il problema non è solo la questione tasse ma tutti gli adempimenti burocratici, tutti i fastidi, tutti i problemi enormi ke deriverebbero dall'avere qualke dipendente. se sei da solo invece si riesce a lavorare meglio, kiaro, non diventi affatto ricco ma almeno sopravvivi.

LL

 
At 12:21 PM, Anonymous Anonimo said...

Io voglio solo sperare che il povero giovane che ha subito la disillusione nel blog del suo collega, abbia per lo meno avuto l'accortezza di non emettere fatture in capo ad un unico cliente (il suo ex datore di lavoro, par di capire). L'INPS non può sopportare l'esistenza di partite IVA che fatturino esclusivamente in capo ad un unica intestazione. Opporre all'INPS un ragionamento terra-terra del tipo: "me lo trovate voi un altro cliente?" Oppure: "soddisfare quel cliente mi porta via già 12h al giorno, come farei a seguirne altri?", non serve: non gliene può fregare di meno. Si viene considerati dipendenti mascherati. Pazzesco.

 
At 12:47 PM, Blogger Zener1992 said...

FB ti capisco.
Per l'INPS non ho una gran stima: è ancora un ente che soffre di tante cose e tante lotte intestine:
stimo i loro dipendenti che sono stati ingiustamente surclassati dagli ultimi arrivati che, a detta di chi ci lavora all'INPS, capiscono poco e niente.
All'INPS il soldato fa il lavoro del generale ma è pagato da soldato ed il lavoro lo "firma" il Generale.
Altri enti, Agenzia delle entrate, INAIL e CCIAA sono avanti millenni rispetto all'INPS.
Lavorano bene e ti danno gli strumenti per semplificarti il lavoro.
Attendo con ansia che l'INPS si allinei agli standard lavorativi (e mentali) degli sltri enti citati.

 
At 1:12 PM, Anonymous Anonimo said...

Chiedo scusa:
al reddito imponibile del dipendente vanno sommati i contributi versati dall'azienda.
Così si ottiene il carico fiscale-previdenziale prodotto, che non è
comparabile con quello indicato nel
conteggio per l'autonomo.....

 
At 1:12 PM, Blogger Marco said...

a me viene in mente sempre più spesso il Boston Tea Party anche se la tentazione più semplice ed appetibile resta quella di raggiungere i parenti in Canada.

secondo me c'è materia per ricorrere alla corte di giustizia europea, ma io sono ignorante eh.

 
At 1:56 PM, Anonymous Anonimo said...

Grazie Zener. Aggiungo solo che il problema vero e diretto, in casi del genere, ce l'ha il Cliente: a lui verrà contestata la mancata assunzione del dipendente mascherato, con tutte le conseguenze del caso: versamento contributi, eventuali sanzioni, interessi eccetera. La partita IVA rischia "solo" di non vedersi rinnovare il contratto oppure cliente e partita IVA si metteranno d'accordo - magari con l'aiuto del commercialista, per trovare qualcuno che accetti di ricevere una o due fatture all'anno da parte della partita IVA, in modo da evitare di passare da dipendente mascherato. Ancora più pazzesco (ma funziona così, giuro).

 
At 2:14 PM, Blogger Zener1992 said...

ciao Fb
in verità non ho mai avuto esperienze del genere rigurado l'esclusività del rapporto tra due imprese - una vera e l'altra truccata da tale.
Però ne ho sentito parlare in merito a qualche causa di lavoro.
Il discorso è un altro: come mai se ho un prestatore d'opera dipendente non mi posso dedurre il costo ai fini IRAP?
Guarda caso se invito il dipendente a "trasfromarsi" in impresa il costo diventa deducibile!
comunque è quello che stanno facendo grosse realtà industriali:
una in particolare - non farmi dire il nome ma opera nel settore lattiero caseario - risorta dalle ceneri di un grande crack finanziario, sta trasformando i suoi dipendenti in agneti e piccoli trasportatori.
Avrà un bel risparmio di IRAP.

 
At 3:16 PM, Anonymous Anonimo said...

Se l'autonomo fosse ad esempio un elettricista, quante ore dovrebbe fare in un anno per racimolare 18.000 euro? Facciamo 600? Facciamo meno? Io ne lavoro più di duemila...

 
At 3:16 PM, Anonymous Anonimo said...

Vorrei fare un pubblico apprezzamento al tuo intervento e al livello dei commenti prima di questo mio, destinato ad abbassare il livello.
Un piccolo dubbio (salace):
posto anche l'intervento del tuo collega, ma perchè l'autonomo a sinistra e il dipendente a destra? :-)
Cristian

 
At 3:42 PM, Anonymous Anonimo said...

Ciao, Zener: un conto è il Fisco, tutt'altra faccenda è l'INPS. Per l'INPS un lavoratore a partita IVA (cioè un'impresa individuale) anche se iscritta, poinamo, alla contribuzione obbligatoria come artigiano, se fattura ad un solo cliente, è visto come dipendente. Esempio: agenzia di pubblicità (cliente), grafico pubblicitario (partita iva). O ancora: impresa edile (cliente), muratore (partita iva). Gli ispettori INPS, a fronte dell'accertamento che gli unici clienti dei due autonomi sono rispettivamente l'agenzia di pubblicità e l'impresa edile, considereranno i due quali dipendenti mascherati e considereranno falsi i contratti che legano commercialmente le due controparti. Non credo che ci sia bisogno di specificare il perchè: i contributi percepiti dall'INPS per un dipendente sono molto più alti che non dagli autonomi. Con buona pace della libera impresa, naturalmente.

 
At 4:50 PM, Blogger Zener1992 said...

una risposta per Nicola Pagotto: ho parlato di reddito.
Il reddito è la differenza tra ricavi e costi.
C'è molta differenza.
Comunque ti serve una buona infarinatura sulla determinazione del reddito di impresa: i riferimenti li puoi trovare sul codice civile (art. 2082 c.c. e seguenti ) e sul testo unico delle imposte (redditi dpr 917/86 - iva dpr 633/72).
Poi caso mai parliamo delle ore, malattia, rischio di impresa, costi di impresa, obblighi contabili, studi di settore, trovare i clienti, crearsi un'oragnaizzazione, fare investimenti (che ti deduci in 6-7 anni), combattere i dopolavoristi (sono circa 10 milioni), incassare i soldi e non beccarsi fallimenti (ci paghi l'IRAP sopra, perder tempo a fare preventivi che magari non accettano (sono ore non pagate...) ecc.: ho solo detto piccole cose che rappresentano uno spiraglio.
Dopo che hai letto tutte queste cose nel codice civile e nei testi tributari, se rimani ancora convinto che ad un elettricista bastano poche ore di lavoro vieni qui da me.
Ti prendo la partita IVA gratis, l'iscrzione alla CCIAA (qui però inizi a pagare dazio: 200 euro li devi versare di diritti), L'INAIL (anche qui dazio: 800 euro all'Inail) e l'INPS (anche qui dazio 2.500 euro annui).
dimenticavo: tutti questi dazi li devi pagare subito ed in seguito anche se produci zero di reddito.
Un saluto

 
At 6:14 PM, Blogger Unknown said...

@ Nicola pagotto

E' facile da dire: un idraulico lavora a 100 Euro l'ora, 8 ore al giorno, 800 euro al giorno, 20 giorni sono 16.000 euro, dodici mesi sono 192.000 euro.
Guadagna un casino!
Peccato che io di idraulici artigiani che lavorano da soli con la Cayenne non credo di averli visti. Vedo in giro un sacco di artigiani alla soglia della sopravvivenza e un pò di bravi che sono benestanti.

Poi cominci: le ore non sono 8 perchè è vero che ti fattura 100 euro per l'ora ma ha dovuto venire da te e magari ci a messo mezz'ora (ed è già un terzo in meno).
Ci è venuto in macchina ed ha avuto delle spese.
Aveva dietro l'attrezzatura, sia pur minima, che è costata.
E chi dice che uscito da te ha un'altro posto in cui andare a lavorare?
Deve trovarsi i clienti cosa che mangia tempo e non è retribuita.
E poi per lavorare molto di solito deve lavorare con le imprese, intanto lavora a cifre orarie ben differenti, poi per farlo deve fare un preventivo, sperare di azzeccarlo come tempi e costi, comperare il materiale, sperare che l'impresa lo paghi, non contesti il lavoro, nel frattempo versare l'IVa della fattura ecc ecc
Deve perdere tempo e soldi dal commercialista, fare corsi di formazione sulle tecniche, incontrare i fornitori, investire magari in un piccolo magazzino.

Il dipendente, che lavora normalmente tra le 1600 e le 1850 ore, sono rarissimi i non dirigenti che arrivano a 2000 passa di qui a fine mese, si trova stipendio (da fame o da ricco dipende dalle sue capacità) e fine. Ogni mese, che l'azienda abbia fatturato di più o di meno, guadagnato o perso.
Il problema sorge se l'azienda va male, ma se è capace al primo segnale si trova un altro posto alla velocità della luce (peggiorando ulteriormente la situazione dell'azienda).

Certo moltissimi artigiani guadagnano discretamente rispetto ad un dipendente, ma si sbattono certamente di più.
E come mai allora non si trovano più gli artigiani se la cosa è così facile e comoda?

 
At 6:37 PM, Blogger Zener1992 said...

Grazie a Luigi ed Imprenditore ed FB per gli interventi: loro l'esperienza, oltre che sui testi tributari l'hanno (e la fanno) sul campo.

Per certa gente è facile dire che gli autonomi sono ricchi con poche ore di lavoro.
Allora rilancio la proposta: perchè non vi prendete la partita IVA?
Vi siete spaventati dei costi iniziali e fissi? (sono solo "poche ore" di lavoro!)
Ma se, come dite voi, bastano poche ore a diventare ricchi(ripeto: lo dite voi) che problemi ci sono?
Ripeto: la partita IVA, se volete, ve la prendo io.
Gratis.

 
At 2:44 PM, Anonymous Anonimo said...

c'è un ragazzo di ceriale ke viene con me allo stadio. è un tipo a posto e fà l'idraulico ma non è autonomo.

un giorno gli dico, pensare di metterti in proprio?

e lui: "ma skerzi! figurati, ki me lo fà fare! per ora non se ne parla poi magari un domani non sò ma adesso non mi conviene di certo".

LL

 

Posta un commento

<< Home