ZENER 1992

I CONSIGLI GIUSTI PER SBAGLIARE IN BORSA. Così se perdete i vostri soldi non venitemi a dire che non ve lo avevo detto. mail: zener.blog@gmail.com Sono su Skype: zener

martedì, maggio 29, 2007

studi di settore edilizia

La revisione degli studi da parte del nuovo esecutivo porta a delle assurdità indicibili.
Propongo un caso.
settore: edilizia - costruzioni di edifici con affidamento lavorazioni a terzi (quindi zero beni strumentali e zero personale).
Lo studio è il TG69U.
Vado al dunque.
Il contribuente (una società di capitali) deve ancora terminare le opere (inserite in bilancio come rimanenze di lavori in corso: sono determinate con il principio della percentuale di completamento sulla base dei corrispettivi pattuiti) e quindi non può procedere alla vendita e tantomeno "cristallizzare" nel conto economico dei ricavi in tal senso.

L'elaborazione dello studio TG69U passa attarverso la solita compilazione del quadro D "elementi specifici" dove NON CHIEDE l'ammontare delle rimanenze iniziali e finali delle opere di durata ultrannuale: assurdo...è un elemento centrale per l'individuazione di quelli che saranno i ricavi futuri.
Ci sono due righi - D28 e D29 - relativi alle rimanenze...ma non di durata ultrannuale.
Risultato?
La procedura CHIEDE sempre dei ricavi per essere CONGRUO a prescindere dalla mole dei dati indicati nello studio.
Nel quadro F degli elementi contabili ho provato a mettere un importo ben superiore delle rimanenze finali (addirittura superiori a quelli che saranno i ricavi futuri di vendita)....non c'è niente da fare: la procedura PRETENDE dei ricavi (e quindi anche le imposte relative) anche se di vendite non ce ne sono state.
Ho provato anche ad inserire le rimanenze nei righi succitati D28 e D29.
Niente da fare: lo studio vuole deiricabi di vendita...ergo vuole che il contribuente abbia venduto...anche se nei fatti non poteva...le opere sono da terminare!
Adeguarsi o non adeguarsi?
Questo è il dilemma.
Nel primo caso - adeguamento -il costo non è da poco: e chi lo sente il cliente che mi dice che non può vendere immobili ancora da terminare?
nel secondo caso - non adeguarsi - vuol dire andare in "contraddittorio", cioè spiegare - una volta arrivato l'avviso di accertamento - che i ricavi di vendita non potevano esserci (a meno di falso forzato in bilancio) per via del fatto che si trattava di opere di durata ultrannuale valutate con il principio della percentuale ecc. ecc.....lo capiranno?
Ho i miei dubbi e comunque vada al massimo faranno "uno sconto" del 20% su quanto richiesto con l'avviso di accertamento...
Te ne vai in Commissione Tributaria?
Ok. Armiamoci e partiamo....spiegheremo anche in quella sede che non ti potevi vendere quello che non avevi ancora finito.
Però è vita questa?
bisogna sbattersi così tanto per spiegare che NON si è ladri a prescindere?

9 Comments:

At 12:11 PM, Anonymous Anonimo said...

Sarebbe sì da andare in contraddittorio in questi casi... se iniziassero a farlo tutti, magari si renderebbero conto che chiedono delle boiate!!

 
At 12:32 PM, Anonymous Anonimo said...

marco!!
cribbio! mi ricordi qualcosa che mi sono dimenticato.
scusa.
Zen

 
At 2:56 PM, Blogger Unknown said...

Digli di comperare e vendere un bancale di mattoni.

ricavi: 50 Euro

almeno ce li ha

 
At 5:01 PM, Anonymous Anonimo said...

Lo stesso dovrebbe succedere al viticultore che produce, che so, barolo. Per 5 anni non vende nulla, perchè il vino non è pronto. Che cosa fanno, lo obbligano ad inventarsi vendite inesistenti?

Una volta, nella mia città (patria dei setaioli) alla camera di commerci si teneva un corso per agenti di commercio. Uno dei docenti era un dirigente dell'ufficio imposte. Al termine del corso ci chiese, a noi ragazzi che essendo tutti della citta (lui era meridionale) un parere su un dubbio che lo assaliva. Le stamperie avevano l'abitudine di mettere a costi i quadri di stampa (spesati tutti nell'esercizio). Secondo lui, invece, si trattava di cespiti da ammortizzare per quota in diversi esercizi. La sua domanda: le stamperie, quando io conteso i quadri stampa come costi secchi, mi dicono che un quadro, appena finito l'uso che se ne fa, è da buttare. Io sostengo che non è vero, perchè sono aggeggi belli robusti, che possono essere riusati per degli anni. Noi tutti a ridere: ma certo che sono da buttare: stampate le pezze con quei colori e quei disegni, la stagione successiva mica che verrano stampati cravatte e foulard con i medesimi colori e disegni no? Il quadro potrà anche essere integro e solido, ma i disegni che è in grado di stampare sono del tutto obsoleti, per cui è da buttare. Forse capì il concetto, ma la cosa gli diede molto fastidio. Tutti quei costi così in in un colpo solo a diminuire l'utile non gli paicevano proprio :-)

 
At 10:14 PM, Blogger marshall said...

Tutto questo è semplicemente assurdo!
Avevo letto un esempio analogo, sul giornale edito da quel gruppo "No sprechi, meno tasse".
Non so quanto potrà resistere dalla tentazione di mandare tutto all'aria, l'Italia del lavoro. Ecco perchè è nato quel movimento di cui sopra. Vogliono si pagare le tasse, ma quelle giuste, con meno burocrazia e meno formalismi assurdi, e dopo aver tagliato tutti gli sprechi individuabili. Altrimenti ci si dovranno aspettare azioni clamorose ed eclatanti da parte di quei gruppi "No sprechi, meno tasse", che si vanno formando in varie città italiane.

 
At 1:24 PM, Anonymous Anonimo said...

x ZENER.1992
(O.T. credevo di essere il solo a interessarmi di Borsa e Fisco.. invece...)
Io mi occupo di contenzioso (Avv.Trib.) e ti dico che gli induttivi e analitici -induttivi basati esclusivamente su studi di settore e indici di ricarico arrivano tutti i giorni. La cosa assurda è che le commissioni spesso non ti ascoltano e non leggono le carte... respingendo il ricorso. Ho imparato a essere efficace, soprattutto in pubblica udienza: basta fargli capire che le società che realizzano costantemente utili di esercizio sono solo nei manuali di economia...

 
At 5:30 PM, Anonymous Anonimo said...

L'ASSURDITA' E'CHE SE SI VOLESSE EFFETTUARE L'ADEGUAMENTO(NON DOVUTO)L'ALIQUOTA MEDIA VIENE CALCOLATA AL 20%MENTRE SE SI VENDE SOLO PER PRIMA CASA L'IVA PREVISTA E' AL 4% COL RISULTATO DI UNA MAGGIORE IVA SUL NON DOVUTO DI 1660 EURO OGNI 1O.OOO.SEMPRE MEGLIO !!!R.P.

 
At 4:25 PM, Anonymous Anonimo said...

ma nel periodo della costruzione come vivevano i titolari ...senza nessun reddito?

 
At 4:40 PM, Anonymous Anonimo said...

questi imprenditori devono finirla di imboscare i loro redditi con manovre elusive come (tanto per fare uno dei mille esempi) la costituzione di società di capitali che poi regolarmente risultano in perdita .....per i motivi più svariati....

 

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