ZENER 1992

I CONSIGLI GIUSTI PER SBAGLIARE IN BORSA. Così se perdete i vostri soldi non venitemi a dire che non ve lo avevo detto. mail: zener.blog@gmail.com Sono su Skype: zener

giovedì, luglio 05, 2007

CEMENTO CHE RIDE 1




Dovevo proseguire con i titoli fashion ma apro una parentesi con i cementiferi...non è certo la stessa cosa anche se i mafiosi col cemento ci facevano le scarpe....
Mi si chiede di RDB la matricola di borsa operante nel settore laterizi, cemento & c.

Scarrellata veloce dei titoli del settore....poi RDB.

Inizio con i "big" Italcementi (prospetto a sinistra) e Buzzi Unicem (prospetto a destra)

Qui il file excel Italcementi: giocate con le variazioni e le attese..io ho messo le mie.

Qui il file excel Buzzi: idem come sopra.


ITALCEMENTI
Per fatturato - nel 2006 ben 5.854 mln - si considera il numero uno del settore.

Nel 2006 l'utile è stato di 651 mln e considerando le attuali quotazioni - 22,75 euro ordinarie e 14,62 euro le risparmio - il PE 2006 è di 8,56X.

Le attese sul 2007 le ho elaborate (velocemente) tenendo conto della crescita fotografata negli ultimi due esercizi.

Se dovesse replicarsi lo stesso andamento il 2007 potrebbe chiudersi con ricavi intorno a 6.452 mln; MOL a 1.556 mln; Ebit a 1.104 mln ed utile finale a 710 mln (+9% rispetto al 2006)....ovvio che se queste elucubrazioni si dobessero fare sul secondo e terzo trimestre il "gioco" sarebbe più facile...
Quindi:

PE 2007 a 7,85X a fronte di un tasso di crescita degli utili stimato intorno al 9%; il PEG sarebbe quindi inferiore all'unità - 0,86 - ed è in teoria un dato invitante; il settore quota in media un PE di 12X: pertanto i multipli di Italcementi sono - in teoria - tra i più invitanti.
L' Ev/ebitda si attesterebbe a 4,90X tra i più bassi ed invitanti del settore (media 6,06X).
ROE a 13,50% superiore (e quindi migliore) alla media del settore (compreso nel calcolo anche RDB che ha un ROE dell'8%) che si attesta al 12%.
ROI al 15,10% inferiore alla media del settore che si attesta intorno al 17,20%.
Il ritorno del fatturato sull'EBIT - ROS - si aggirerebbe intorno al 17,10% tendenzialmente in linea con il dato fotografato nel 2006 pari al 17,29%....la media settore registra un tasso intorno al 16,50%.
BUZZI UNICEM
Per fatturato - 3.205 mln nel 2006 - è il secondo operatore italiano.
Nel 2006 l'utile è stato di 350 mln ed alle attuali quotazioni - 25,42 euro le ordinarie e 18,00 euro le risparmio - corrisponde un PE 2006 di 14,07X (media settore 12X).
Le attese le ho elaborate con lo stesso iter (e le stesse incognite) per Italcementi:
Ricavi 3.507 mln; MOL a 1.003 mln, EBIT a 775 mln ed utile finale a 381 mln con una crescita rispetto al 2006 del 9%.
Il PE 2007 si attesterebbe al 13x ed il PEG al 1,44 oltre l'unità e meno invitante rispetto ad Italcementi.
L'Ev/ebitda 2007 si attesterebbe a 5,64X: a sconto del 7% rispetto al 6X della media del settore.
Interessanti gli indicatori di redditività dove Buzzi presenta le migliori perfomance rispetto agli altri operatori del settore:
ROE al 14,98% più alto (migliore) della media del settore è del 12%.
ROI al 23,64% migliore alla media del settore del 17,20%
ROS al 22,10% migliore alla media del settore del 16,50%
Tra Italcementi e Buzzi chi scegliere?
Intanto sono titoli da prendere per il medio lungo periodo e sembra che fino adesso hanno ripagato entrambi gli azionisti....poi non sono qui per sponsorizzare nessuna delle due...do solo due numeri con qualche incognita e sono considerazioni personali.
Oltre oceano - negli USA - tempo fa avevo segnalato la Eagle Material (EXP - Nyse) ...da quei 36 dollari di ottobre adesso quota 49 dollari...
Per chi è più orientato sui multipli direi Italcementi.
Chi volge lo sguardo agli indicatori di redditività direi Buzzi.
A dopo con Cementir e RDB.
Poi di nuovo moda con Safilo e Marcolin.
Nel frattempo ancora qualche dichiarazione dei redditi...siamo agli sgoccioli.



6 Comments:

At 12:07 PM, Anonymous Anonimo said...

Per quasi 10 anni ho lavorato nel marketing di un'azienda del settore.

A "sensazione di pelle":

Cemento USA: lasciate perdere (a meno che non si tratti di controllate di aziende estere - ad esempio ex-Holderbank oggi Holcim, oppure delle Italiane Italcementi e Buzzi UNicem). Guardate anche i dati di consumo procapite di cemento: in USA sono infimi rispetto all'Italia, da sempre uno dei maggiori consumatori (e produttori) mondiali. Da noi si costruisce la casa in calcestruzzo, mattoni tegole. Insomma: muratura. Pure nelle opere pubbliche si usa molto calcestruzzo. In USA le case si costruiscono usando (poco) calcestruzzo per le fondazioni. Il resto è legno. Non son case fatte per durare, dato che laggiù la mobilità sociale è spaventosamente alta rispetto a noi. Uno che ha la previsione di restare una decina d'anni in un posto, che se la compra a fare una casa che può durare 300 anni? Le opere pubbliche e i grandi grattacieli, invece, sono realizzati in acciaio. La lobby dell'acciaio è potentissima, e comunque in calcestruzzo non si potrebbero fare grattacieli così alti. Esistono poi problemi intrinsechi di quel mercato/prodotto, che ha effetti importanti sui costi di produzione, che sono più alti d quelli europei. Paesi confinanti esportano in USA enormi quantità di prodotto. Che arrivano pure dal Mediterraneo e dal Pacifico. Il bacino del Mississipi/Missouri consente di arrivare fino al cuore degli USA. Insomma: mercato/prodotto guerreggiato (anche se manco dal settore da 7 anni, ne leggo ancora qualche cosa. E certe cose sono immodificabili a prescindere, specie il lato costi di produzione. Se volete spiego perchè).

Italia: se dovessi mettere 10 euri su uno dei due, punterei su Buzzi-Unicem. Buzzi è sempre stata un'azienda ottimamente gestita. So che molti storcono il naso a sentir parlare di azienda famigliare. Ma io penso che l'occhio del padrone ingrassa il cavallo. E il padrone di Italcementi (Pesenti) sta troppo lontano da i suoi cavalli (tra cui Italcementi).

Invece Buzzi, che da decenni (siamo ad almeno la terza generazione) ha nel cemento il suo core business, il suo cavallo lo ha ingrassato per bene, "mangiandosi" Unicem (operazione che ebbe quasi dell'incredibile date le dimensioni relative dell'acquirente e dell'acquistato), e soprattutto lo ha digerito molto ma molto bene. Aggiungo pure che Unicem - cosa che deve aver facilitato non poco la vita a Buzzi - era azienda che seppure della galassia FIAT, era, al contrario della casa madre, molto ben gestita e snella (rispetto a C.so Marconi) nella gerarchia e nella burocrazia.

 
At 3:32 PM, Anonymous Anonimo said...

Molto interessante e utile la tua disamina e del razzo Cementir che ci dici?

 
At 4:19 PM, Anonymous Anonimo said...

Cementir (in origine Cementerie del Tirreno) fa parte del Gruppo Caltagirone.

Pur essendo un'azienda IRI, fu sempre un'azienda più o meno sana. Con ampi margini di miglioramento, ma con in corpo tanta birra (almeno potenziale). Andate a vedere dove erano/sono i suoi stabilimenti, capirete di che cosa parlo a proposito di "birra". L'asta di aggiudicazione pubblica fu uno dei primi esempi di privatizzazione. Il prezzo fu salato: la società faceva gola a molti (a tutti i cementieri). Qui lo dico e qui lo nego: in corso d'asta si ebbe, nettissima, la sensazione che l'aggiudicatario finale fosse più o meno deciso in principio. O almeno c'erano delle nette preferenze per chi poi se la sarebbe aggiudicata (cosa che poi una società cementiera del tempo potè toccare con mano, quando si trattò di sciogliere una joint venture evidentemente sgradita al nuovo management). Sottolineo, però, NON il prezzo. Fossero andate tutte così, potremmo esseref ieri di essere Italiani. Malignità: si ebbe la sensazione che i danari non fossero un problema per l'acquirente. Erano soldi suoi? E se no, di chi? Illazioni pure, ok. Ma erano queste le domande che giravano. Le risposte, per prudenza personale, preferirei non scriverle (curioso, mi viene da pensare, che Ricucci, ai giudici, abbia usato la stessa cautela mia per un nome molto vicino all'acquirente di cui qui si tratta).

Il punto forte di Cementir è sempre stato la produzione (quasi in monopolio) di un tipo speciale di cemento: quello alla loppa d'altoforno. Esso ha caratteristiche di resistenza a certi tipi di attacchi chimici provenienti dall'ambiente in cui si colloca l'opera da costruire tali da renderlo preferito dai progettisti quando non prescritto in capitolato. Motivo di questa specializzazione: almeno tre degli stabilimenti cementir erano situati vicino, quando non a fianco, agli altiforni italiani: Bagnoli, Taranto, Arquata Scrivia (altoforno di Genova). E la loppa d'altoforno è quello che oggi si potrebbe chiamare una materia prima secondaria: scoria di produzione per un'industria, materia prima per un altra. Lo stesso accade con le ceneri volanti: rifiuto piuttosto scomodo e ingombrante delle centrali elettriche a carbone, prezioso additivo per i cementieri, che con esse possono produrre un ottimo cemento pozzolanico, dalle caratteristiche ancora igliori di quello alla loppa. Comunque: la raison d'etre di Cementir fu, per decenni, proprio questo: la produzione d cemento utilizzante scarti della produzione dell'acciaio.

Oggi non saprei dirvi come giudicherei Cementir. Un po' "soffre" di certo dello stesso problema dell'Italcementi (lontanaza dell'occhi dal cavallo).

Però, una cosa che non ho detto prima: il mercato del cemento tira alla grande negli ultimi anni. Ci sono stabilimenti che fanno fatica a star dietro alla domanda. Per cui direi che buoni risulatai sono attendibili in generale.

Punterei su Cementir? Premesso che NON sono un investitore, dato che mi baso troppo su simpatie e antipatie personali, io tornerei a preferire Buzzi Unicem. Ma i numeri dicono - o possono dire - altre cose. E quelli, i numeri, hanno ragione. Motivo del mio NON essere investitore.

A latere si apre lo scenario, i cui sviluppi, caso per caso, azienda per azienda, si potranno osservare a partire dai prossimi 10 anni più o meno: la presenza di riserve di materia prima (marna da cemento e/o calcare) in azienda.

Non credo che sia nemmeno il caso di far notare quanto poco le attività di estrazione mineraria godano di attrattiva nel nostro schizofrenico Paese. Tutti vogliono una casa solida in calcestruzzo. Nessuno vuole una cava/miniera (rispettivamente di calcare o di marna da cemento. O anche solo di inerti) nelle vicinanze di casa (NIMBY effect). Per non parlare dello stabilimento (che è comunque una delle attività "calde" meno inquinanti che esistano).

 
At 6:56 PM, Anonymous Anonimo said...

Azz ma chi sei!!!!
molto interessante quanto hai scritto ne terrò conto.

 
At 6:56 PM, Anonymous Anonimo said...

Ops dimenticavo
Grazie

 
At 7:14 PM, Anonymous Anonimo said...

....maaazzza!
FB io ti do "le chiavi" del blog!
Grazie!!!
Zener

 

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