E' uscito redditest!

"Dovranno preoccuparsi solo gli evasori".
Queste le parole del mega direttore dell'Agenzia delle Entrate Attilio Befera all'esordio del redditest, nuovo (ed ennesimo) strumento di accertamento dei redditi.
Dai commenti dei giornali non ho potuto fare a meno di constatare che non è stata minimamente sollevata la questione che il "reddito", per le imprese, non corrisponde alla liquidità disponibile per soddisfare le necessità dell'imprenditore e della sua famiglia.
Un esempio (il solito).
Azienda che produce reddito da 100mila euro tassabili.
Viene ceduta per euro 1.800.000 tutti a titolo di avviamento.
L'avviamento è fiscalmente ammortizzabile in 18 anni.
Ogni anno l'imprenditore che ha rilevato l'azienda avrà dei costi per ammortamenti immateriali  per 100mila euro: il reddito contabile/fiscale sarà ZERO.
Il suo AUTOFINANZIAMENTO (reddito + ammortamenti ed accantonamenti) sarà però di 100mila ESENTASSE, quindi a differenza di chi gli ha venduto l'azienda potrà disporre dell'intera somma.
Per Redditest costui sarà un evasore anche se così non è.
Infatti per le imprese il REDDITO è: un dato di pura derivazione contabile, mentre la CASSA è un fatto certo ed è, come si evince dall'esempio, un dato sideralmente distante dal reddito.
Redditest in questo senso parte molto male, creando di fatto dei falsi negativi.
Il problema è che ad essere male impostati sono anche i metodi di stima dell'evasione: TUTTI sono incentrati sul concetto reddito.
TUTTI ignorano che le imprese tra i loro costi possano avere ammortamenti, compensi agli amministratori e che non abbiano variazioni del circolante (crediti, debiti, magazzino) che possano generare una liquidità sufficiente a sostenere le necessità dell'imprenditore e della sua famiglia.
Continuiamo così, facendo finta di niente, ma di certo non è vivendo di finzioni operative che si combatterà l'evasione.