ZENER 1992

I CONSIGLI GIUSTI PER SBAGLIARE IN BORSA. Così se perdete i vostri soldi non venitemi a dire che non ve lo avevo detto. mail: zener.blog@gmail.com Sono su Skype: zener

venerdì, ottobre 22, 2010

lo dice anche la Corte di Cassazione.....


....."è manifestamente illogico ritenere che sia sufficiente l'apertura della partita IVA, perchè siano assicurati clienti, ricavi e redditi..."
Parole sante, la sentenza è la numero 19951 del 21 settembre 2010.
Credo che mi ci farò un quadretto con questa frase, anzi, magari un bel graffito sui muri dell'ufficio che rende meglio l'idea se dovesse arrivare la finanza...
Queste stesse parole bisognerebbe forgiarle a fuoco nel culo dei forcaioli comunisti (in particolare CGIL) che, ogni qual volta sentono parlare di partita IVA, hanno subito l'idea della mucca da mungere a tutti i costi.
Il messaggio della Corte sarebbe anche da recapitare al Signor Visconti - cioè Tremonti che poi si è svelato peggio di Visco - e a tutti coloro che pensano sia assiomatico il fenomeno "impresa = ricchezza".
Vado che devo fare due cose: un graffito e l'analisi su Trevi.

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mercoledì, ottobre 20, 2010

da non credere (casse al massimo!)

Video che mi è stato segnalato da amici: assolutamente da vedere!

Della serie quando è il pubblico a fare lo spettacolo!

Troppo forti 'sti ammericani

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lunedì, ottobre 18, 2010

cercasi tempo


Non mi ricordo chi lo disse ma suonava più o meno che la cosa più importante che ci manca è il tempo.
Tempo sufficiente per la famiglia e per se stessi.
Per me è ormai un'abitudine averne poco a disposizione: spesso mi trovo a pestare l'accelleratore per sfruttare una mezz'ora di tempo per andare a correre.....verso mezzanotte!
Prima sembra non essere possibile.
Sembra strano ma a volte vorresti che quelle 24 ora diventassero 26 o 28.
Ma la ragione ti dice che quelle ore in più le sfrutteresti per fermarti ancora di più in ufficio lasciando inalterato il poco tempo a disposizione per famiglia e te stesso.
Poi vedi gente che alle 17,00 è già al bar a sperperare denaro e tempo in apertivi e dintorni.
Per fortuna la cosa non mi crea invidia, anzi mi porta a pensare che le mie 24 ore tirate sono - spero - ben spese.
Vi avevo lasciato con la promessa di una analisi su Trevi: la farò, ho già visto alcuni numeri, vedrò di farla verso le 25,00 di una di queste sere.
A dopo.

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mercoledì, ottobre 06, 2010

la pizza



Eccomi: pizza avevo detto e pizza è stato.
Quanto costa fare una margherità?
Ed una 4 stagioni?
Le risposte le avete in questi due prospetti: basta cliccarci.
Il costo delle materie prime è stato rilevato da fatture di acquisto.
Alcuni acquisti forse non sono proprio azzeccati (non mi dilungo sulla bresaola pagata al kg. 18,80 iva esclusa) però diciamo che nelle piccole realtà, in assenza di strategie di acquisti, ci può stare l'incidente di percorso: ben contento sarà il fornitore, anche se prima o poi, sopratutto in periodi di crisi, ci si può accorgere di pagare questo o quell'ingrediente più caro rispetto ad altri fornitori o partners per chi volesse usare questa espressione (anche se il partner dovrebbe farti il prezzo migliore).
Ricariche
Sono notevoli a livello di "primo margine" ovvero il ricavo dedotto il costo del venduto.
Ma attenzione: in questi prospetti non troverete l'incidenza dei costi di personale, locazione dei locali, dei servizi, e così via: questi dipendono dalla struttura che si è deciso di adottare.
Ogni realtà ha la sua incidenza di costi, che dovrà essere remunerata dal primo margine.
Da qui partono - anzi dovrebbero partire - altri ragionamenti quali il posizionamento strategico del punto vendita, politiche di prezzo, di prodotto e di promozione (le quattro P del marketing mix).
Ci sono state pizzerie che vendevano la margherita a 8,00 euro (farla costa intorno a 1,35 euro) e sono fallite: locali enormi ed affitti altrettanto enormi come anche personale numeroso e costoso.
Ragionamenti che poi comportano approfondimenti: prezzo basso e qualità alta potrebbero corrispondere ad una offerta vantaggiosa, che abbia lo scopo di attirare clienti, di sottrarli alla concorrenza, magari perchè si deve fare breccia in una zona, area, chiamiamolo mercato, dove sono già presenti altre pizzerie, concorrenti, chiamiamoli anche players.
Strategia spicciola, intendiamoci.
Ma a volte manca e si aprono negozi che offrono prodotti poco richiesti, a prezzi magari poco competitivi, attendendo anche che il cliente picchi dentro il negozio: ti riempi il magazzino e quando arrivano le prime RI.BA da pagare sei già all'osso perchè non hai venduto un piffero.
E spesso a, torto, si tira fuori la crisi.
Vi invito a guardare i prospetti: se qualcosa non torna pronto a discuterne.
Tempo fa, un potenziale cliente, è venuto a chiedermi informazioni su come aprire un sexy shop.
I ricarichi non erano male.
Diciamo che facendo due ragionamenti su una analisi ambientale non avrebbe venduto un c......o: il locale per l'affitto non era male ma vendere quel prodotto lì vicino ad un asilo infantile non era proprio una mossa da mago del mercato.

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lunedì, ottobre 04, 2010

Pizza e Trevi


Un lunedì come piace a me: pioggia, vento, tuoni e fulmini.

L'ideale per lavorare meglio in ufficio, senza le distrazioni estive tipo scosciamenti e dintorni.

A dopo con una bella pizza ed una analisi richiesta su Trevi.

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venerdì, ottobre 01, 2010

voglio fare la pizza



Non voglio cambiare lavoro: sono un ragioniere e tale rimarrò.
Il titolo del post vuole essere un'anteprima ad un progetto che ho in testa da tempo: riportare qui sul blog esperienze di impresa.
E per "esperienze di impresa" intendo quelle quotidiane.
Non l'idea di impresa, intesa come la grande impresa, che fa bilanci, che è quotata, che fa parlare di sè sui giornali.
Ma la piccola, anzi piccolissima, impresa, quella del bar, quella che vende i giornali, quella che si vede sul piano strada, le cosidette "botteghe" dietro le cui saracinesche la parola "successo" o "insuccesso" non è correlata a cifre milionarie, ma a grandezze di più comune esperienza.
Tra queste storie di piccola impresa, pensavo (anche) alla pizza.
Che ingredienti servono al pizzaiolo, quanti gliene servono, quanto gli costano e quanto ci ricava e quanto ci guadagna, tanto per utilizzare il linguaggio corrente della piccola impresa che non è certo quello tecnico delle trimestrali.
Forse non è proprio il compito del ragioniere sapere i trucchi di questo o quel mestiere: ne sono cosciente.
Sono però sempre del pensiero che, in collaborazione col cliente, si può arrivare a delle utili constatazioni, per entrambi.
Sia per il professionista, che accresce il suo bagaglio culturale nonchè la sua esperienza in vari campi di impresa che solitamente affronta ed analizza con considerazioni ex post, tale da farlo sembrare più un patologo che un medico con funzioni di prevenzione.
Sia per il cliente che dal gesto quotidiano, spesso dettato dall'inerzia manuale - passa ad una analisi utile ad elaborare indagini sul concetto "prodotto", indagini e considerazioni che magari fino a ieri non gli passavano nemmeno per la mente e che, se approfondite, portano anche alla presa di coscienza che, il ragioniere non può, con il solo supporto dei numeri, capire se il cliente sta sbagliando o meno strategia: come se il foglio dei corrispettivi svelasse il segreto della mancata redditività, di questa o quella impresa.
Insieme, cliente e professionista, possono invece arrivare a delle utili considerazioni.
Pensavo di iniziare con la pizza quale esempio di combinazione di ingredienti che portano ad un prodotto finito, solitamente ad alta marginalità
Alta marginalità che può anche diventare "servizio al costo" se si aggiungono ingredienti costosi senza fare attenzione a non adeguare il prezzo di vendita: con la pizza è difficile ma non impossibile, basta vedere certi prezzi di pizze, chessò, con la bresaola - magari comprata anche male dal pizzaiolo imprenditore - per vedersi ridotta la marginalità a doppia cifra percentuale.
Ma ho già detto troppo.
Se qualcuno avesse delle idee ed esperienze, ed in questo caso è necessario aprirsi come un libro, si potrebbe arrivare a fare delle analisi, constatazioni, considerazioni, di parecchie attività imprenditoriali, con i loro pregi ed i loro difetti, magari dapprima affrontando la materia con argomenti sui generis per poi fare un'introspezione più dettagliata...chissà.
Io intanto ho già i calcoli della pizza su apposito file excel...se questo fine settimana andate in pizzeria meditateci sopra anche voi.
Buon fine settimana e buona pizza a tutti.

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