ZENER 1992

I CONSIGLI GIUSTI PER SBAGLIARE IN BORSA. Così se perdete i vostri soldi non venitemi a dire che non ve lo avevo detto. mail: zener.blog@gmail.com Sono su Skype: zener

giovedì, dicembre 24, 2009

auguri!!!!

Lo so è banale fare gli auguri
Banale o no li faccio lo stesso
AUGURI DI BUONA PASQUA!!!!
Ci vediamo dopo le feste

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martedì, dicembre 22, 2009

Don Bosco nel mondo: marketing


In questi giorni - credo sia capitato anche a molte altre persone - mi è arrivato per posta una richiesta di aiuto da parte della Fondazione Don Bosco.

La lettera era toccante: si chiedeva, con urgenza, di fare delle donazioni per alleviare delle situazioni drammatiche nel centro dell'Africa.
Lì i bambini che muiono di fame ogni giorno non si contano.
La toccante lettera della Fondazione Don Bosco dovrebbe essere corredata da immagini come quelle che sono riportate in questo post, o quelle che si possono trovare sul web digitando "fame nel mondo": purtoppo la sofferenza raffigurata è molto più efficace delle parole per quanto toccanti queste possano essere : le immagini colpiscono nel segno più di ogni discorso.
E' una crudele forma di marketing.
Detto per inteso, noi dei paesi civilizzati, molti dei quali schiantano di infarto nella loro ciccia, dovremo fare qualcosa di più.
Per questo non affidiamoci ai nostri governi: è più probabile che i soldi se li fottano per battere il record di autoblu....
Affidiamoci alle nostre coscienze: basta una donazione, anche piccola, cliccando qui, c'è il link "fai una donazione" bello comodo e veloce da utilizzare.
Se poi vedendo le immagini di cui sopra continuiamo a fottercene ..beh beato chi, potendo fare anche una piccola donazione, riesce ancora a dormire.

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Eems



Eems: 1,27 euro
A dopo con qualche considerazione.
Premetto che farle a lungo termine su questo titolo è dura (a parte che di questi tempi è dura vedere lungo su tutto) dato il settore che ha margini risicati (memorie e fotovoltaico) e dati i numeri finanziari della Eems che un indebitamento che è una fastidiosa presenza...
I risultati?
Quelli nei prospetti sono in ottica di lungo termine e quindi danno per scontata la continuità aziendale, cosa che coi tempi che corrono, non è da dare così per certa se si tiene conto che mai come prima, leggendo le trimestrali, si incoccia in termini come standstill cioè la sospensione del pagamento dei debiti bancari (in linea capitale) ...e finchè questi ci sono bene ...poi?
Le cose sono due: si chiede il conto agli azionisti oppure si va a gambe all'aria.
Per Eems et simili ho nella testa che bisogna tenere conto di questi particolari per un po di tempo..
A dopo.

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mercoledì, dicembre 16, 2009

EEMS



EEMS: mi chiedevo (richieste non ne ho quindi me le faccio da solo) di vedere questa società.

Qui la trimestrale a settembre: non che l'aggregato dei 9 mesi sia da urlo...però c'è quel terzo trimestre che sembra in ripresa e fotografa un discreto autofinanziamento (utili/perdite+ammortamenti) che non è assorbito da investimenti di pari importo...così pensavo di fare giusto due - due - considerazioni che non si concentrano solo sull'ultima riga di bilancio, utile o perdita che sia...insomma la produzione di cassa mi sembra nella direzione giusta.

a dopo...

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lunedì, dicembre 14, 2009

brigate rosse: i nuovi idioti


Brigate Rosse rinate?
Ma va.
Su Facebook ci sono dei gruppi chiamati "Brigate rosse": sono solo dei poveri idioti, fuori dal tempo, i classici leoni da tastiera che presi uno ad uno sono dei micetti codardi e senza coraggio...altro che lotta di piazza, si esaltano per le gesta di un povero idiota, nel senso intrinseco del termine, cioè un demente mentale in cura psichiatrica.
Insomma, esaltarsi per le gesta di un pazzoide la dice lunga sull'intelligenza di chi si cela dietro il nome di "Brigate Rosse".
Si, sono dei leoni con la tastiera del computer...toglili da lì ed hanno bisogno ancora della mamma...

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venerdì, dicembre 11, 2009

andare al buio

Sto constatando che per tanti autoimpiegati (mi guardo bene dal chiamarli imprenditori) tenere una contabilità di magazzino sembra essere più una rottura di scatole cheuna buona abitudine commerciale.
Alla fine della giornata, tirato l'incasso, si limitano alla semplice conta del cassetto.
Poi, se gli fai certe domandine stupide, tipo quanto hanno marginalizzato, cadono dalle nuvole.
Alla meno peggio rispondono che hanno tutto in testa.
Se poi il ragionerucolo fa un minimo di indagine, o qualcosa che assomiglia vagamente ad un controllo di gestione, si scopre che nella testa di quegli autoimpiegati c'è tutto tranne che una precisa idea di quello che vendono.
Poi ci si lamenta che il magazzino cresce, magari con referenze che, l'agente di turno riesce a rifilare all'intelligentone che in testa tutto ha, meno una vaga idea di quello che vende (e che non vende) per prodotto e referenza.
E non credo siano tanti gli autoimpiegato che possono snocciolare qualche numero sulle vendite dei prodotti proposti dai loro fornitori.
Non ci vuole un mago per scoprirlo e nemmeno delle ore per gestire quei dati che con un discreto database (access ma meglio filemaker) consente di constatare cosa va e cosa non va.
In una creazione ideale di gestione del magazzino ritengo utili questi dati:
- descrizione del prodotto
- nome prodotto
- fornitore
- listino pubblico (quindi Iva inclusa)
- sconto
- listino pubblico scontato
- listino pubblico scontato netto IVA
- costo di acquisto
- ricarico percentuale
- ricarico assoluto
- data di acquisto
- data di vendita (comunque in default mettere fine anno per vedere la giacenza)
- giorni di giacenza (utile per vari confronti, per esempio oltre i 365 sarebbe da tentare per certi settori la via delle vendite promozionale, utile il confronto anche con i tempi medi di pagamento)
Questa potrebbe essere la base minima di dati di un - appunto - database; personalmente ritengo che più dati ci sono è meglio è, anche perchè permettono la possibile correlazione con altri database, quali la gestione delle vendite.
Magazzino + gestione delle vendite = polso dell'azienda.
Ma a certi autoimpiegati è dura spiegarlo.
Poi per carità: c'è l'agente e magari anche il ragioniere commercialista a cui dare una colpa se in magazzino la merce prende polvere.

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giovedì, dicembre 03, 2009

evasione fiscale: una guerra di concetti

Parto dall'evasione fiscale: non posso farne a meno essendo un argomento che, per un verso o per l'altro attira l'attenzione.
E come la attira?
Per il lavoratore dipendente che le tasse le paga tutte (anzi gliele paga il datore in qualità di sostituto) l'evasione viene vissuta come una ingiustizia assoluta, anche se, parere personale, è vissuta anche con l'insofferenza di non poterla fare: prova ne è che chi si adopera con una seconda attività lo fa in nero...l'idealismo con le tasse è come acqua e olio: non legano.
Per il lavoratore autonomo l'evasione è una risposta ad un fisco ingordo e spesso poco comprensivo delle esigenze delle imprese.
La guerra si combatte sui concetti.
Sopratutto sul concetto "reddito", inteso come indicatore di capacità economica di una persona - fisica o giuridica - di sostenere un determinato livello di vita.
E' necessario fare una riflessione.
Per il lavoratore dipendente il concetto reddito (netto) corrisponde alla liquidità che gli viene corrisposta dal datore; questo reddito è liquido e si può spendere.
Per l'autonomo le cose non stanno così.
Spesso i redditi sono contabili e non liquidi: sono il frutto di un dato di pura derivazione contabile.
Un esempio: reddito da 50mila euro, "figlio" di un aumento del magazzino.
Magari si sono fatti anche investimenti superiori agli ammortamenti.
Magari si è dovuto pagare in fretta i fornitori.
Magari si è dovuto concedere dilazioni ai clienti.
Il risultato?
Un reddito di 50 mila euro solo sulla carta - quella dei bilanci e della dichiarazione dei redditi - è un reddito che non è liquido e che quindi non è spendibile per sè e/o per la propria famiglia.
E' qui che il fisco non è comprensivo, è arretrato, tassa il reddito, che poi sia liquido o contabile è un particolare irrilevante, le tasse le paghi con soldi veri.
Mandando in tensione finanziaria l'imprenditore.
E allora tentivi di evasione ci saranno sempre e con questa anche la guerra basata sul concetto "reddito = liquidità".
Sarà forse il caso di tassare a capo degli autonomi una cosa diversa dal concetto "reddito" e tassare invece un indicatore che più si avvicina a quello che è il risultato di un rendiconto finanziario?
Ovvio, con le dovute esclusioni - tra le tante la gestione finanziaria - e le dovute inclusioni - una sorta di Tremonti per gli investimenti produttivi (oppure: la quota di investimenti che eccedono gli ammortamenti....è solo un'idea, ne gioverebbe anche il sistema economico) - magari inasprendo le sanzioni per chi sbanda, sarebbe bello che le tasse si pagassero su un concetto di, chiamiamolo reddito-liquido.
Altra cosa: anche l'attività di controllo ne gioverebbe.
Basta pensare che lo schema finanziario evidenzia buona parte delle spie di una evasione sistemica tipo il versamento dei soci in combinazione con altri elementi, l'aumento costante e non giustificato del magazzino...mi limito alle prime considerazioni, ma gli elementi sarebbero più reali degli studi di settore, figli di medie nazionali che sono la morte delle realtà soggettive di ogni impresa.

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martedì, dicembre 01, 2009

Maire Tecnimont


Arrivo...devo tirare le conclusioni...pazienza un attimo...
intanto godetevi questo video....
Eroe!

Eccomi!
Maire Tecnimont: 2,28 euro

Maurizio, che saluto, mi chiede di questa società che opera nelle costruzioni e più precisamente i 4 Business Unit quali il chimico &petrolchimico, oli & gas, energia, infrastrutture & ingegneria civile.
Quando è uscita la trimestrale il mercato ha reagito male con un ribasso di quasi il 20%, piombando intorno ai 2,10 euro dai 2,60 euro precedenti la pubblicazione.
Ma cosa non è piaciuto?
Credo il mix dei dati economici ed in parte la composizione dei nuovi ordini in portafoglio.

Dati economici
Faccio un salto indietro ai dati della semestrale, in cui si affermava che, a fronte di un calo generalizzato dei margini, nella seconda metà dell'esercizio si prevedeva un miglioramento sia dei volumi che della marginalità.
Apriti cielo: la fotografia a settembre - che fino a prova contraria ricade nella seconda metà dell'esercizio – dice il contrario di quanto affermato, anzi sperato, a giugno: i volumi delle vendite non sono cresciuti, anzi sono leggermente calati, e la marginalità è addirittura peggiorata.
Il risultato è una piccola perdita di credibilità del management ed una gran batosta in borsa : un film già visto in altre occasioni.
Portafoglio ordini
E' cresciuto di circa 400 mln dal 31 dicembre 2008, attestandosi a circa 5 mld di euro, grazie principalmente ad una commessa per un imponente progetto di sviluppo gas ad Abu Dhabi, il più ricco e solido dei sette Emirati Arabi Uniti (EAU), commessa da 4,30 mld in Joint Venture con la società giapponese JGC.
Solo questa commessa vale, per la parte di competenza di Maire, circa 2,4 mld di ordini i cui effetti economici si dovrebbero manifestare dalla seconda metà del 2010 con il picco nel corso del 2011.
Senza questa commessa il portafoglio ordini sarebbe collassato: forse anche questo dato, mixato ai dati economici, ha fatto la sua parte nel crollo delle quotazioni nel day after della trimestrale.
Due conti è necessario farli: si tratta di una commessa che riguarda una Business Unit a bassa marginalità, la Oli & Gas, mentre le commesse di Business Unit ad alta marginalità – chimico & petrolchimico – sono crollate.
Quindi se incremento le commesse in una business unit che marginalizza circa il 5% ma perdo commesse in business unit che marginalizzano l'8-10% vuol dire che in futuro, di sicuro, avrò un minor ritorno sui ricavi e che per mantenere costante la redditività nell'ultima riga di bilancio devo fatturare qualche miliardo in più di euro; se poi non faccio attenzione ai tempi di incasso rischio di andare su col circolante (aumento dei crediti) diminuendo le disponibilità finanziarie e magari pagando pegno con interessi passivi che, maledetti, si mangiano il risicato margine...quel margine che in tempi buoni registra un 7,5% a livello di Ebit, ..tolte le tasse si arriva al 4-5%, quando va bene, quindi se in futuro marginalizzerò meno, altro che Ebit al 7,5% dei ricavi, quel punticino o due in meno, o più visti i tempi, fa disastri e non è certo fantascienza quando i costi di struttura hanno una certa rigidità.
Attese
La guidance societaria di settembre è la fotocopia di giugno: recupero di volumi e margini...nella seconda meta (della seconda metà) dell'esercizio: staremo a vedere, di sicuro i risultati finali saranno un banco di prova per la credibilità del management.
Nel prospetto sono andato controcorrente: valore della produzione in calo del 3%, ebit a 110 mln (-34% a/a) pari al 4,70% dei ricavi (7,50% nel 2008) ed utile finale di circa 70 mln (-43% a/a)
A 2,28 euro, con capitalizzazione a 735 mln, significa un Pe atteso di circa 10X ed un EV/ebitda di 3,5X , Roe e Roi anche se in calo rispetto al 2008 si manterebbero su livelli di eccellenza.
Non so se è una previsione troppo pessimistica o troppo ottimistica: Maire, come buona parte delle società, in questi tempi, ha limitata visibilità: operando negli investimenti le sorti del fatturato e a cascata dei margini dipendono molto dalla disponibilità ad investire dei (potenziali) clienti. Se questi non hanno soldi in cassa i primi tagli li fanno sugli investimenti per far fronte alle spese correnti: anche la signora Maria farebbe così, rinvierebbe l'acquisto del ...cellulare per far fronte alla spesa di tutti i giorni!
Prova ne è che alcune commesse importanti sono state tagliate ed alcune rinviate.
Il futuro non lo conosciamo, posso immaginare diverse ipotesi: un bilancio 2009 adeguato alla guidance societaria, ed allora i prezzi attuali potrebbero essere un'occasione di acquisto, come anche l'acquisizione di commesse nella BU chimico e petrolchimico, che è a più alta marginalità, e qui gioca il fattore petrolio, se si alza il prezzo dell'oro nero dovrebbero aumentare le probabilità di acquisire commesse buone; se invece il bilancio 2009 dovesse confermare un peggioramento di volumi e margini sarebbe un altro colpo alla credibilità del management e ovviamente al bilancio.
Fatta questa analisi, vi dico che spero di poter scrivere con più continuità: è una speranza e non una promessa.
I tempi sono duri, il lavoro ha avuto i suoi contraccolpi economici ed in una crisi è necessario scovare le opportunità di migliorare, di fare ciò che fino a ieri era un'idea lontana: per attuare tutto questo, o almeno provarci, ho impiegato il tempo libero in altre attività, diverse dal blog che è stato ed è comunque anche uno strumento di crescita e confronto; spero di dare continuità a questo “giocattolo verde”, magari con altri argomenti sempre legati al mondo della finanza, ma con un taglio non esclusivamente“fondamentalista”, anche perchè, da quanto dicono le letture nelle quali sono impegnato adesso, i numeri sono un indicatore tra i tanti.
Magari quei “tanti” potrebbero essere gli altri argomenti futuri di questo blog.

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