ZENER 1992

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martedì, marzo 26, 2013

IRAP: abolizione

Rispondo ad una domanda di Enrico il quale mi chiede cosa ne penso di un punto del programma del M5S riguardo l'abolizione dell'IRAP e se ciò è fattibile.
Mi si permetta un breve accenno all'imposta.
L'IRAP è un tributo istituto  con D. lgs 446/97 ed ha fatto il suo esordio nell'anno di imposta 2008 colpendo quello che in gergo tributario viene chiamato il valore della produzione, ovvero la differenza tra i ricavi ed i costi  con esclusione di (buona parte) dei costi del personale, perdite su crediti, ed oneri della gestione finanziaria.
L'aliquota applicata è ora del 3,90% ma l'incidenza effettiva, a seconda dei casi se per esempio vi è un'alta incidenza di costi del personale e/o perdite su crediti ed oneri finanziari, può essere effettivamente molto più alta dell'aliquota nominale.
Due esempi
1) valore aggiunto 100.000 euro; l'azienda non ha sostenuto costi del personale -  imposta al 3,90% = 3.900,00 euro
2) valore aggiunto 100.000 euro con costi del personale per 500.000 euro  - imposta del 3,90% su 100.000 + 500.000 = 600.000 x 3,90% = 23.400 euro
Nell'esempio n° 2) come si può notare l'aliquota effettiva è del 23,40% ben lontana dall'aliquota nominale del 3,90%.
Solo recentemente, con il cosidetto cuneo fiscale, è stata concessa la possibilità alle imprese di dedurre parte dei costi del personale mitigando parzialmente il carico fiscale.
Il gettito derivante dall'IRAP attualmente è di circa 21,50 miliardi e buona parte di questo gettito va a coprire il fabbisogno della spesa sanitaria, che grava in capo alle regioni, beneficiarie di questo tributo (IRAP significa Imposta Regionale sulle Attività Produttive).
Il tributo fin dalla sua nascita ha suscitato polemiche e dubbi sulla sua legittima applicabilità: colpendo il valore della produzione (io preferisco chiamarlo valore aggiunto perchè sono abituato considerare il valore della produzione come risultato degli elementi economici positivi di reddito della gestione caratteristica)  senza possibilità di dedurre costi del personale, interessi ed addirittura perdite su crediti e svalutazioni, sembrava più una duplicazione dell'IVA (appunto l'imposta che colpisce il valore aggiunto).
Altra criticità, solo recentemente superata col supporto di una vagonata di giurisprudenza, era rappresentata dal fatto che il tributo colpiva tutte le imprese, anche quelle di piccole dimensioni, non dotate di una vera e propria autonoma organizzazione, (vedi ad esempio gli agenti e rappresentanti che "dipendono" dal mandante), requisito essenziale per la debenza del tributo.
Importanti sentenze della corte di cassazione a sezione unite - cito quelle che hanno fatto da apripista a cause di esclusione - sono  le n° 12108 - 12109- 12110 del 26 maggio 2009: pietre miliari impossibile da scordare.
Il governo Monti con il decreto salva italia (dl 201/2011) ha concesso la possibilità di dedurre ai fini ires l'irap non dedotta sul costo del personale: rimane sempre un piccolo tentativo di trascurabile importanza...lo cito per dovere di cronaca.
ELIMINARE SI O NO?
La mia risposta è ni ma potrebbe essere anche si.
Dipende da che strada si vuole seguire.
Rispondo ni  se si vuole continuare a far sopportare il costo del welfare sanitario/regionale a carico delle sole imprese.
Rispondo si, possiamo abolirla, se il peso del welfare sanitario/regionale lo si vuole far sopportare a tutta la comunità, non solo i cittadini-imprenditori.
Parto dal NI.
Consentirei l'integrale deduzione dei costi del personale, perdite su crediti ed oneri finanziari (magari ai puristi non piacerà perchè potrebbe sembrare un'addizionale ires a gettito regionale...ma chi se ne frega!).
Inoltre escluderei dal tributo tutte le piccole imprese con una dotazione di beni strumentali non eccedenti il minimale (qui appoggio quella vagonata di giurisprudenza della cassazione) magari stabilendo soglie di fatturato per determinati settori di attività.
SI
Ok. togliamo l'odioso tributo.
Rimane il problema che vi sono da reperire tot miliardi di euro per le regioni, circa 22 miliardi, circa 1 miliardo per regione.
Le strade sono:
- controllo della spesa regionale: e qui si potrebbe dire di tutto e di più, toccando perchè no l'abolizione delle province, ente territoriale duplice, inutile e costoso.
- tagliare i costi del personale dirigente sanitario: gli organigrammi della sanità non sono molto equilibrati, troppe posizioni dirigenziali e troppo poco personale operativo: è come un esercito di 1000 uomini di cui 700 sono generali...non può funzionare.
- e a proposito di eserciti:  perchè non tagliare la spesa militare? Ci sono interi battaglioni di uomini nell'esercito che sono dei veri e propri stipendi che camminano senza essere utili. Dietro di loro marescialli, colonelli, capitani e generali a servizio di  questo deserto dei tartari, inutile e costoso: risorse che potrebbero essere dirottate alla bisogna di regioni e sanità.
- imporre tributi all'intera collettività: questa è la via che mi piace di meno, ma si potrebbe pensare ad un sistema di gradazione delle tariffe in base al reddito familiare, escludendo i ceti con reddito basso...lo so non è una gran bella cosa, sa di vecchio, ma in tutta onestà lo vedo come un sistema equo.
Buona parte delle risorse si potrebbe ricavare anche da un'ottimizzazione della spesa pubblica.
Perchè dobbiamo pagare interi stipendi a chi, nella pubblica amministrazione lavora mezza giornata?...
Personale di agenzie delle entrate, camere commercio, comuni, asl...più volte mi è capitato di telefonare a questi enti e sentirmi dire "chiami dalle 9 alle 13 perchè poi non c'è nessuno".
Ma questo potrebbe essere lo spunto per un altro polemico post: possono quei 18 milioni di italiani del settore privato (vedi post precedente) continuare a mantenere eserciti di "lavoratori" part time a stipendio pieno?