ZENER 1992

I CONSIGLI GIUSTI PER SBAGLIARE IN BORSA. Così se perdete i vostri soldi non venitemi a dire che non ve lo avevo detto. mail: zener.blog@gmail.com Sono su Skype: zener

martedì, maggio 31, 2011

servono punizioni esemplari

A Genova risiede la più grande comunità ecuadoriana del mondo: ben 14mila presenze, concentrate per lo più nella delegazione di Sampierdarena.
La maggior parte di queste persone si sono integrate nella nostra società grazie grazie al lavoro e alla scuola.
Vi è però una minoranza dei Latinos che si è portata appresso delle tradizioni discutibili: far parte di una gang.
E per far parte di una gang si deve passare per alcuni riti propiziatori.
Tra questi, ultimamente, vi è il pestaggio di un innocente.
Un paio di mesi fa è toccato ad un anziano di 80 anni: il giovane ecuadoriano - che coraggio - lo ha pestato fino a ridurlo in fin di vita.
Attualmente il poveraccio è ancora in coma.
Il "cuor di leone" invece è al gabbio.
L'ultima impresa dei latinos è avvenuta ieri: in 4 - che coraggio - hanno pestato un uomo di 40 anni, con fibia, calci e pugni.
Mio chiedo io: ma che prova di coraggio è picchiare in branco una persona anziana e/o indifesa?
Al massimo la puoi definire un esempio di vigliaccheria.
E chissà perchè poi queste iniziazioni non passano mai per una buona azione: magari aiutare la vecchietta ad attraversare la strada, o perchè no aiutare semplicemnte chi ne ha bisogno: questa è forza.
Il problema è che non riusciamo a dare esempi di punizioni esemplari.
Il gabbio dura poco: e per chi è in cerca di "medaglie" questo è una manna.
Vada per il recupero del soggetto, perchè questo è lo spirito di una detenzione, ma che passi anche attraverso punizioni esemplari per chi ha intenzione di imitare certi comportamenti.
Alcuni esempi:
- fargli pulire le strade: risparmiamo coi netturbini.
- fargli fare le manutenzioni di edifici pubblici: ovviamente in mancanza di detenuti qualificati gli si fa portare delle scuffe di zetto, così verrà loro voglia di imparare, in carcere, un mestiere più qualificato: una volta usciti se lo potranno spendere.
- pulire i campi dalle erbacce: sapete quelle distese enormi che si vedono in autostrada? ecco...a togliere le erbacce ..
- trasporti pesanti, tipo si presta il detenuto a qualche compagnia di camalli, ed il suo stipendio andrà a coprire le spese per la sua detenzione.
Ora non mi viene in mente altro, però direi che quanto sopra potrebbe essere un'idea.
D'altra parte il lavoro rende liberi.
Il lavoro vero, non i trattamenti speciali dei nazisti.

venerdì, maggio 27, 2011

General Motor



Prima di andare a parlare dei numeri della GM mi si permetta la seguente premessa.



Qualche tempo fa scrivevo della crisi economica esplosa nel post Lehman & Brothers facendo riferimento alle quotazioni immobiliari di città come Detroit.



Detroit, si sa, è negli USA la patria dell'auto tanto da essersi guadagnata il nickname di "Motorcity".



A Motorcity, nei tempi d'oro, in cui le 3 grandi fabbriche di auto americane - GM, Ford e Chrysler, producevano auto per tutto il mondo, vi risiedevano 1,60 mln di abitanti.



Non tantissimi per la verità: Detroit ha infatti una superficie come quella di Parigi e Milano messe insieme.



E quelli erano i tempi d'oro.



Poi l'industria dell'auto ha iniziato a scricchiolare con l'avvento delle marche straniere in particolare quelle del Sol Levante.



Per anni GM e Toyota si sono contese il primato mondiale delle auto vendute: i giapponesi si attestarono sul podio, grazie anche ad un buon rapporto qualità / prezzo.



E a Detroit arrivarono i tagli all'occupazione.



Senza lavoro molti abbandonarono Motorcity: attualmente gli abitanti sono intorno ai 700mila e sembra siano destinati a diminuire ulteriormente.



I riflessi negativi sono evidenti nel mercato immobiliare: volete comprare casa lì?



Non meravigliatevi di trovare delle case, anche le brick house, a prezzi intorno ai 30mila euro: digitate su google le paroline magiche quali "Detroit real estate" e potrete constatare quanto detto.



Tutto questo è "figlio" dello spaventoso mix creato dalla crisi economica e dalla bolla immobiliare che fino al 2008, grazie al rinnovo delle mortgage ed ai mutui subprime, ha supportato i consumi, e quindi, anche il mercato interno americano.



Forse si è andati oltre il fondo con queste quotazioni così basse ma il mercato, per ora, dice questo. una casa coloniale la puoi prendere a 30mila euro.



Venendo alla General Motor il First Quarter registra un utile netto (net income) di circa 3,20 mln di $.



E' il quinto trimestre in utile consecutivo.



Ciò è dovuto, dice il CEO, "ad una forte domanda per i nuovi modelli ed ad una struttura dei costi competitiva che consente di far leva sui forti marchi della compagnia e di focalizzarsi sulla crescita del business auto."



Va bene.



Forse il CEO non si è accorto, facendo accenno alla struttura dei costi che il suo ROS (return on sales) invece di crescere di è ridotto 2,62% dal 3,79%.



Quindi vendite su ma margini giù: e non di poco visto che nell'industria pesante quel 1 e virgola in meno di margine non sono poca cosa.



Tanto per rendere l'idea: se con i ricavi conseguiti nel first quarter GM avesse mantenuto la stessa marginalità del previous year l'operating income sarebbe stato di 1,40 mln e non 0,90mln.



In casa nostra FIAT Industrial, nel primo trimestre 2011, ha marginalizzato a livello operativo il 5,19% dei ricavi (che certo non sono i 35 mld di $ GM visto FIAT Ind di ricavi ne ha registrati circa 7,5mld di $ nel trimestre).



L'utile di GM è superiore rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente - 3,20 mln Vs 0,86 mln - grazie e sopratutto alla vendita (disposal) di asset finanziari quali partecipazioni probabilmente ritenute non più strategiche, che hanno comportato un provento netto positivo di d circa 2,10 mln.



Insomma per ora niente di nuovo sotto il sole: GM ha si aumentato le vendite e l'utile ma questo ultimo grazie a proventi non ricorrenti.



La marginalità a livello operativo si è invece assottigliata.



In casa nostra FIAT Ind ha invece registrato una tendenza in positivo: il ROS del periodo, come detto, si attesta al 5,19% contro un 2,70% dell'anno precedente.


Mi si perdoni il mix un po inglese ed italiano in stile bauscia ma la GM è ammericana e qualche inglesismo è d'obbligo.






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martedì, maggio 17, 2011

Aeffe flash 1 trimestrale 2011

Risultati in deciso miglioramento quelli constatabili dal resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2011.
Ricavi in aumento del 15,50% ad euro 73,40 mln, MOL ad euro 7,80 mln (1,53 mln nel 2010), EBIT a 4,30 mln (ROS 6,00%): nel 2010 il risultato operativo era negativo per 1,90 mln.
Punto negativo: il capitale circolante netto (crediti, rimanenze, debiti) è aumentato di circa 10 mln rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente per un aumento dei crediti verso la clientela (è probabile che siano state concesse maggiori dilazioni ai clienti per vendere di più).
Conseguenza dell'aumento del circolante è l'aumento del debito netto pari ad euro 96,80 mln (90 mln nel 2010).
Come multipli c'è stato un passo avanti: la reddività è stata recuperata a tutti i livelli del conto economico.
Come cash c'è quel neo dell'aumento del circolante.
Non c'è traccia, nel resoconto linkato in cima, della prevedibile evoluzione della gestione.
Ci potrei tornare in seguito con calcoli & c.

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Maire Tecnimont: flash 1 trimestre 2011

Mi si chiede di Maire.
La società come ha diffuso il resoconto trimestrale ha immediatamente perso circa il 30% della sua capitalizzazione.
Da euro 2,75 è collassata agli attuali 1,75 euro (ex cedola di 0,058 in data 16 maggio).
Che dire: ricavi in aumento ma marginalità in forte riduzione.
Nel particolare
Ricavi a 606 mln in aumento del 15% rispetto ai 528 mln di marzo 2010.
MOL a 20 mln in dimunzione del 45% rispetto al 2010 e con una marginalità sui ricavi del 3,30% rispetto al 5,52% del marzo 2010.
Mettiamoci in più che maggiori ammortamenti (a causa del consolidamento della acquisita Tecnimont TK) e maggiori oneri finanziari (cambi ed aumento interessi sui debiti) hanno risicato ancora di più il risultato finale: 4,70 mln (16,40mln nel marzo 2011) con una marginalità sulle vendite dello 0,77% (3,10% nel marzo 2010).
Le cause?
Minore marginalità delle BU (Business Unit) in particolare la Oil & Gas (dal 9,9% al 5,40%).
Per quanto riguarda il portafoglio ordini, in termini assoluti, è inferiore del 5% rispetto al ptf di fine anno.
Per quanto riguarda le acquisizioni di nuove commesse (pag. 15 della trimestrale) da registrare il nettissimo calo delle commesse Oil & Gas, quelle a maggiore marginalità (55mln Vs 724 mln).
Prevedibile evoluzione (pag. 23): aumento dei volumi e mantenimento della marginalità registrata nel primo trimestre.
Ad occhio non è il massimo.
Sarebbe da tornarci con tanto di calcoli per sapere se c'è trippa per gatti da qui a fine anno.

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lunedì, maggio 16, 2011

Landi: falsh 1° trimestre 2011








Non ci sono altre parole per descrivere un resoconto intermedio che fotografa ricavi dimezzati e redditività negativa.

Tanto per fare una scarellata

MOL negativo (ahia si brucia liquidità) per circa 1mln: nel 2010 positivo per 18mln

EBIT negativo per 5 mln: nel 2010 positivo per 15 mln

Risultato netto negativo per 5mln: nel 2010 positivo per 11 mln.

In più: il circolante è aumentato (è meglio che diminuisca sennò impiega risorse) e la Posizione Finanziaria Netta è peggiorata attestandosi a circa 75 mln (25 mln nel 2010).

Rimandata.

Comunque sia: mettetevi su un bell'impianto a GPL.

Rispetterete il vostro portafoglio (in alcune regioni c'e' anche l'esenzione dal bollo) e l'ambiente e il blocco del traffico vi farà il solletico anche con un catorcio di euro 1, se poi lo installerete della Landi o Lovato farete del bene ai conti di questa società (ed ai suoi azionisti) che lavora alla grande ed è un leader nell'innovazione.

Meditate gente meditate.

Ps: cercando "Landi" su google immagini esce fuori un catalogo di tope in costume niente male.

Belin 'sto Landi: ragione in più per mettersi su un impianto a Gpl.

Altro che ambiente..

Occhio a nuovi supporti: con questi dati, secondo me, potrebbe conoscere nuovi minimi.

















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EEMS flash

Brutta trimestrale.
L'unica nota positiva sono i ricavi in aumento ma i margini lasciano a desiderare.
Il costo del venduto incide sul fatturato in misura maggiore rispetto l'anno passato, i costi per servizi ed amministrativi sono aumentati.
Risultato: redditività da ritrovare.
Rimandata alla prossima trimestrale.

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venerdì, maggio 13, 2011

Calcio & Saras: 1 trimestre 2011









L'altro giorno si parlava di calcio & imprenditori.







Veniva in mente Erg di Garrone con la Samp e la Saras di Moratti con l'Inter.


Il primo, economicamente parlando, ha tirato i remi in barca: con la cassaforte di famiglia - San Quirico Spa - finchè riceveva i dividendi dalla Erg ha tenuto in piedi il giocattolino Sampdoria.


Poi le cose sono iniziate ad andare male, molto male: la Erg non ha più potuto dare dividendi ed il giocattolo ha iniziato a costare troppo casuando perdite pesanti al veicolo societario familiare.


Coerenza vuole che gli affari stanno prima dei divertimenti.


Ai tifosi non sarà andata giù ma per porre rimedio si è dovuto vendere i gioielli di casa, Pazzini e Cassano e ripiegare su un allenatore inadeguato al caso.


Il risultato lo abbiamo visto domenica: Samp in B.


Peccato perchè a perderci non sono solo i Sampdoriani ma tutta Genova, che da anni era abituata al dualismo calcistico Rossoblù e rossoblucerchiato, dualismo divertente nei suoi sfottò delle tifoserie tra le più corrette e colorate d'Italia.


Detto questo della Samp parliamo dell'Inter.


Le cose in casa Saras non sono andate benissimo in questi ultimi due anni.


Il problema, comune a quello di Erg, sono state le minori quantità di greggio lavorate: adesso c'è la concorrenza delle nuove raffinerie orientali.


Minori quantità = minore margine.


Minore margine e cuneo di costi fissi ed investimenti alti (a volte maggiori degli ammortamenti) = perdita di redditività e liquidità.


Per non rimetterci l'osso del collo le Oil Company hanno alzato il prezzo dei carburanti.


Quindi non è colpa del prezzo del barile.


Questa la situazione delle nostre società oil - down stream.


Tornando al discorso calcio se in casa Garrone si è stretto la cinghia con il calcio, in casa Moratti non si è lesinato a spendere, magari di meno ma si è sempre speso tanto rispetto agli altri.


E' bastato l'entusiasmo dovuto al fatto che il bilancio neroazzurri ha, nell'ultimo esercizio, dimezzato le perdite a "solo" 80 milioni anzichè i soliti 150 mln annui.


Perdite coperte dal solito assegnino del Moratti.


Assegnino che permetteva ai certificatori di validare il bilancio con i presupposti della continuità aziendale: altrove si sarebbe dichiarato il fallimento.


Assegnino che in futuro, se dovesse diventare norma il fair plau finanziario proposto dalla Uefa, ovvero costi + investimenti = proventi, non avrà più ragione di esistere.


E' ovvio che il Moratti, finchè tale norma non sarà operativa, spenderà per rendere competitiva la sua squadra del pallone preferita.


Ma è ovvio che Saras dovrà invertire rotta e passare dalle perdite agli utili.
Vai che forse gli va bene.


A prima vista la trimestrale appena sfornata mi sembra bella.


Anche se, parere personale, preferisco la cruda e coerente realtà sampdoriana e dei Garrone.


Ad oggi non c'è un'antologia positiva di casi di imprenditori che si sono arricchiti con il calcio, anzi.


Cragnotti e Tanzi su tutti non hanno lasciato un segno positivo.


Per non parlare di tanti altri avventurieri meno famosi che ci hanno lasciato lo zampino a mantenere 20 mutandati professionisti dal cervello mononeuronico.


Diciamo che se non ti chiami Agnelli o Berlusconi è difficile permettersi senza patemi la squadretta di calcio: servono i milioni e mica pochi.


Un giorno tornerò sui bilanci di Saras ed Erg nel frattempo il campionato finirà e finalmente qualcuno potrà pensare un po di più alla fi.....nanza.

















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martedì, maggio 10, 2011

Tiscali




Tiscali: 0,078 euro.

Iniziate a credere ai morti che camminano perchè Tiscali ne è una prova "vivente".

Lo so: non è una frase coerente ma visto che stiamo parlando di un freak borsistico ci può stare.

La mission era valutare Tiscali.

Il responso non è facile: la società ha un capitale negativo ed un indebitamento monstre di circa 200 mln.

Viene ovvio pensare che i soci mettano mano al portafoglio.

Invece no, lo hanno già fatto e non è stato sufficiente.

La strategia è: vendere i gioielli di famiglia e ridurre i costi, anche quelli promozionali in un settore che vive di promozioni e pubblicità :Telecom, Vodafone, Wind e 3 con Belen, Totti & C. invadono quotidianamente i nostri schermi e non lo fanno mica per fare ridere ma per conquistare clienti in un settore sempre più competitivo e turbolento.

Tiscali è la grande assente.

Grande si fa per dire: diciamo che è ancora piccola, (eterna) giovane ed il suo fatturato nel 2010 è stato di 278 mln; la vecchia polverosa Telecom ne ha registrati circa 27 miliardi ed il "circa" è più di due volte tanto il fatturato di Tiscali.

Così come è Tiscali è ipervalutata.

Capitalizza circa 145 mln e con un debito di circa 200 mln arriva a totalizzare un valore di impresa (EV: Enterprise Value) di 345 mln.

Concentriamoci sul multiplo Ev/ebitda: considerando l'Ebitda rettificato (al lordo delle svalutazioni) pari a 70 mln ne deriva un interessante dato: troviamo un normale 5X che riscontriamo anche in Telecom.

Considerando l'Ebitda corrente, quello al netto delle svalutazioni, pari a circa 48 mln il multiplo Ev/ebitda non è appettibile: 7X, molto lontano dal 5X del leviatano Telecom.

Altri impietosi confronti sono una bassa marginalità delle vendite a livello di MOL: 25% con il MOL rettificato che diventa 17% dopo le svalutazioni.

Telecom registra un 40% costante.

Ros? Tiscali negativo, Telecom 21%.

Lasciamo i multipli e dintorni reddituali ed andiamo a vedere se almeno genera cassa.

SI: nel 2010 è stata generata cassa.

Ma è l'unico anno nella sua storia ed il dato è marginale.

Insomma neanche con un DCF model si arriva a qualcosa di decente.

Ed allora come fa il nostro valutatore a tirare giù due conclusioni?

Niente di più semplice: si immagina una situazione ideale.

E "l'ideale", secondo me, deve partire dal ricostituire la normalità, cioè un patrimonio positivo ed equilibrato rispetto al debito.

I conti adesso sono questi: patrimonio negativo per circa 92 mln e debito per circa 200 mln.

Il calcolo è banalmente semplice: serve un aumento di 150 mln (a Soru, che ha circa il 18% del capitale, comporterebbe un investimento di circa 27mln, il resto ai buoi) per arrivare ad avere un capitale di circa 50 mln ed un debito di pari importo, raggiungendo così l'obiettivo del debt/equity di 1:1, come suggerito dal galateo finanziario.

Da qui si parte.

Ed io partii.

Mi feci il mio Dcf model con la mia Tiscali my Love bella e patrimonializzata a dovere.

Mi sono immaginato una crescita dei ricavi costante, ignorando che nella relazione di fine anno gli obiettivi del gruppo erano quelli di vendere qualche asset per abbattere il debito, ma va bene così, sognare non costa niente, poi se il sogno si trasforma in incubo chi se ne fotte: io di azioni Tiscali non ne ho e manco voglio comprarne.

Margini: li ho immaginati SEMPRE positivi, un futuro nuovo e radioso!

E tutto questo dove mi ha portato?

A niente: investite in altro, pare che gli attuali corsi siano persino generosi.

Se poi volete scommettere, ok, ma questo è un altro capitolo.

Se vi va di farlo fatelo adesso: uscirà la trimestrale, magari se bissasse il "successo" dell'ultima trimestrale del 2010 (che ha registrato della generazione di cassa ed un incremento a/a di alcuni indicatori) potrebbe anche dare qualche effimera e veloce soddisfazione.

Da investirci, nel senso di lasciare lì i soldini non ve lo consiglio: ricordate che il capitale è negativo e prima o poi, lo impone la legge (artt. 2447 del CC), bisogna metter mano al portafoglio.

Quindi: investimento a lungo no, scommessa breve si.

Vostro Zener


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lunedì, maggio 02, 2011

Tiscali

Mi si chiede della Ciofeca telefonica sarda.
A breve, qui su Zener 1992.

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